In risposta alla lettera della Signora Mercalli che esprimeva preoccupazione per la presenza di un insetto parassita su Montagna Grande, lettera che abbiamo pubblicato ieri, ci è giunta prontamente la risposta del Parco Nazionale.
È proprio il biologo Andrea Biddittu che si sta occupando del problema e così ci scrive:
Ciao Francesca, conosciamo la situazione, che è veramente sconcertante.
Purtroppo non esistono prodotti specifici per questa specie, non comune, poco nota da un punto di vista scientifico.
L’unica specie che è stata interessata dall’individuazione di sostanze chimiche specifiche è la processionaria dei pini, molto comune. Proprio per il fatto che è molto comune, le industrie farmaceutiche e i laboratori biologici si sono adoperati per trovare sostanze apposite. Per le specie rare o poco comuni, non vi è questa stessa attenzione anche perché economicamente conviene poco.
Succede la stessa cosa per le malattie rare che ci colpiscono. Essendo rare, non si hanno finanziamenti per individuare una cura e la gente che ne è affetta deve accettare il fatto che la propria malattia non è curabile.
Stiamo acquistando un batterio, ma si tratta di un batterio generalista. Vale a dire che colpisce tutti gli insetti o, al limite, tutti i lepidotteri (farfalle e falene), sì, perché il bruco che sta mangiando ora l’isola è una falena.
Purtroppo ci troviamo sempre al solito problema di una completa mancanza di comunicazione fra la popolazione e l’istituzione pubblica.
La notizia che l’Orgyia (mai nome fu più profetico!) ha invaso i campi coltivati è pervenuta all’ente solo il 10 giugno, ma la verità è che già da metà maggio i proprietari dei terreni l’avevano vista passeggiare allegramente fra i cippa di zibibbo a pascolare.
Ma con quelli del Parco non si parla: e il risultato finale è questo.
Sono bastate le due settimane di silenzio da parte dei diretti interessati per dare il tempo all’Orgyia di invadere tutto il territorio e ora stiamo correndo il più velocemente possibile per l’acquisto del batterio.
Abbiamo una burocrazia soffocante, per la quale sono necessari tanti passaggi intermedi per arrivare alla determina di spesa. Sono giorni che vengono persi, ma che potevano essere guadagnati se la popolazione locale fosse meno prevenuta nei confronti di una istituzione che ha la finalità di difendere l’ambiente pantesco, naturale e storico-antropico.
Combattiamo tutti la stessa battaglia, dovremmo collaborare e invece…
Andrea Biddittu
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