Pantelleria, rifiuti. Ci scrive una lettrice: meno peggio non basta!

Pantelleria, rifiuti. Ci scrive una lettrice: meno peggio non basta!

02/07/2024 0 Di Redazione

La discussione avviata da un lettore sui rifiuti a Pantelleria trova un altro contributo nella lettera della Signora Peja che in sostanza dice: che l’isola sia meno peggio di altre aree, non basta.

Anche in questo caso la Direttrice Francesca Marrucci ha risposto sul merito

LETTERAFOTORISPOSTA

Buon pome­rig­gio.
Ho let­to la secon­da mail scrit­ta dal let­to­re e la rela­ti­va risposta.
Innan­zi­tut­to, mi tro­vo per­fet­ta­men­te d’ac­cor­do nel­l’af­fer­ma­re che la situa­zio­ne degli abban­do­ni di rifiu­ti anche peri­co­lo­si, del­le micro­di­sca­ri­che e dei rifiu­ti per­si dai camion­ci­ni del­l’A­ge­sp e abban­do­na­ti al loro desti­no è quan­to meno avvilente.
Non cre­do che scri­ve­re che in fon­do Pan­tel­le­ria è “meno peg­gio” di altre aree del nostro “Bel Pae­se” sia di gran­de consolazione…
Ciò det­to e scrit­to, mi tro­vo pure d’ac­cor­do nel rico­no­sce­re che il pro­ble­ma non sia di faci­le riso­lu­zio­ne, ma tra il non fare nul­la e pro­va­re a fare qual­co­sa al di là del rim­pal­lo costan­te di com­pe­ten­ze, sicu­ra­men­te opto per la secon­da possibilità.
È risa­pu­to che lascia­re micro­di­sca­ri­che e rifiu­ti nel­l’am­bien­te, fa sì che il feno­me­no dila­ghi per emu­la­zio­ne e quan­t’al­tro, ma cer­ta­men­te per un’I­so­la con neces­si­tà di invo­glia­re il turi­smo a inve­stir­vi e a fre­quen­tar­la, non è sen­z’al­tro una bel­la car­ta di presentazione.
Mi per­met­to inol­tre di far pre­sen­te che non è neces­sa­rio lan­ciar­si in diru­pi o fare sca­la­te impe­gna­ti­ve per vede­re lo schi­fo lascia­to da turi­sti (?), Pan­te­schi (?), que­sto non con­ta per­ché l’in­ci­vil­tà coin­vol­ge tut­ti, è tut­ta­via suf­fi­cien­te per­cor­re­re una stra­da qual­sia­si a pie­di e guar­da­re oltre il ciglio per sco­pri­re tut­to ciò…
Per­tan­to voglia­mo pro­va­re a fare qualcosa?
Ci sono e ci sono sta­ti Comu­ni vir­tuo­si in zone nel­le qua­li la rac­col­ta dei rifiu­ti e il rispet­to per l’am­bien­te era­no uto­pie, quin­di volen­do si pos­so­no ribal­ta­re situa­zio­ni cri­ti­che, ma il pun­to noda­le è que­sto: in quan­ti sia­mo a voler­lo e tra que­sti c’è qual­cu­no che con­ta e può inne­sca­re un pro­ces­so di recu­pe­ro ambien­ta­le quan­to meno doveroso?
Gra­zie per lo spa­zio e, spe­ro, per aver volu­to divul­ga­re que­sto pensiero.
Anto­nel­la Peja

LE IMMAGINI ALLEGATE DALLA SIGNORA ANTONELLA:


Gen­ti­le Signo­ra Antonella,

gra­zie per aver­ci scrit­to e per par­te­ci­pa­re alla discus­sio­ne sti­mo­la­ta dal lettore.

Il fat­to che io abbia riba­di­to, e sem­pre lo farò, che Pan­tel­le­ria non sia una disca­ri­ca a cie­lo aper­to, men­tre altre sono le aree che si pos­so­no defi­ni­re tali, non signi­fi­ca che sia di con­so­la­zio­ne. È una con­sta­ta­zio­ne di fat­ti che pun­ta a non voler esa­ge­ra­re la situa­zio­ne in esse­re per non dare all’e­ster­no una visio­ne del­l’i­so­la distorta.

Fac­cio un esem­pio con­cre­to di come le cose, pur sen­za la volon­tà di chi le scri­ve, pos­sa­no appa­ri­re spro­por­zio­na­te per chi è fuo­ri dall’isola.

Quan­do pre­si l’in­ca­ri­co di Asses­so­re nel 2019, i social era­no pie­ni di foto e post che dice­va­no quan­to l’i­so­la fos­se spor­ca, pie­na di erbac­ce e disca­ri­che a cie­lo aper­to. Non le nascon­do che un sim­pa­ti­co signo­re val­do­sta­no mi scris­se ad ago­sto 2020 una mail che anco­ra con­ser­vo e por­to ad esem­pio per far capi­re che le cose van­no ana­liz­za­te nel loro con­te­sto e non ingi­gan­ti­te, rac­con­tan­do­mi la sua inte­res­san­te storia.

Lui e la moglie dove­va­no anda­re all’e­ste­ro in vacan­za, per­ché sem­pre l’e­ste­ro era sta­ta la loro meta negli anni pas­sa­ti. A cau­sa del Covid, ave­va­no dovu­to rima­ne­re in Ita­lia e ave­va­no scel­to Pan­tel­le­ria per la sua fama di iso­la sel­vag­gia, con­vin­ti di poter tro­va­re ango­li di quel­lo che in gene­re cer­ca­va­no all’e­ste­ro. Pri­ma di par­ti­re (a luglio) si era­no iscrit­ti a vari grup­pi FB per infor­mar­si sul­l’i­so­la, come fa la mag­gior par­te dei turi­sti, e si era­no dav­ve­ro spa­ven­ta­ti. A leg­ge­re i post e a vede­re le foto era­no con­vin­ti di capi­ta­re in una situa­zio­ne da fave­las, peg­gio del­le peg­gio­ri emer­gen­ze rifiu­ti nel­le cit­tà italiane.

Si era­no pen­ti­ti ama­ra­men­te del­la scel­ta fat­ta, ma ormai era tar­di. Con­vin­ti di aver but­ta­to i sol­di, sono par­ti­ti per tra­scor­re­re due set­ti­ma­ne in mez­zo allo schi­fo tota­le, già pron­ti a mol­la­re dopo un paio di gior­ni, se la situa­zio­ne fos­se diven­ta­ta inge­sti­bi­le. Arri­va­ti, inve­ce, si sono accor­ti che l’i­so­la era tut­t’al­tro che spor­ca, l’han­no gira­ta in lun­go e in lar­go e se ne sono inna­mo­ra­ti. Tor­na­ti a casa mi han­no scrit­to, denun­cian­do il fat­to che que­sti post esa­ge­ra­ti non face­va­no un ser­vi­zio all’i­so­la e anzi, la face­va­no appa­ri­re per quel­lo che non era. Que­sto è il moti­vo per cui su que­sti argo­men­ti ten­do a ridi­men­sio­na­re l’e­co che pos­so­no produrre.

Non so se dal 2019 ad oggi l’i­so­la sia peg­gio­ra­ta, le dico fran­ca­men­te che fino all’ul­ti­mo abbia­mo rice­vu­to sem­pre mail di gen­te che ci face­va i com­pli­men­ti per come l’i­so­la era tenu­ta, ciò non signi­fi­ca che non ci sia il pro­ble­ma (come ovun­que) del­le disca­ri­che abu­si­ve, ma da que­sto a dire che l’i­so­la è una sor­ta di immon­dez­za­io ce ne passa!

La que­stio­ne dei diru­pi ho rite­nu­to dove­ro­so far­la pre­sen­te per spie­ga­re che non sem­pre è sem­pli­ce recu­pe­ra­re i luo­ghi dive­nu­ti disca­ri­che abu­si­ve e che pur­trop­po alcu­ni di que­sti sono ogget­to di que­sta infa­me abi­tu­di­ne da decenni.

Sono d’ac­cor­do che i rifiu­ti a bor­do stra­da dovreb­be­ro esse­re rac­col­ti celer­men­te e con più costan­za, ma è per que­sto che è impor­tan­te anche segna­la­re agli orga­ni competenti.

Infi­ne, le ripe­to: la solu­zio­ne non può esse­re indi­vi­dua­ta esclu­si­va­men­te in una miglio­re orga­niz­za­zio­ne del­la rac­col­ta, ma soprat­tut­to nel­l’e­du­ca­re le per­so­ne. Non si può pen­sa­re che la gen­te pos­sa libe­ra­men­te delin­que­re e spor­ca­re e poi spet­ti alle isti­tu­zio­ni rime­dia­re. Pan­tel­le­ria ha un ter­ri­to­rio mol­to gran­de e un Comu­ne pic­co­lo, ricordiamocelo.

Le sol­le­ci­ta­zio­ni dei cit­ta­di­ni e dei turi­sti per un’i­so­la più puli­ta sono sacro­san­te e van­no ascol­ta­te, ecco per­ché dedi­chia­mo a que­sto, tan­to spa­zio. Però ricor­dia­mo­ci che la respon­sa­bi­li­tà è anche di alcu­ni cit­ta­di­ni e di alcu­ni turi­sti se esi­sto­no cer­te situa­zio­ni e che il fat­to che le isti­tu­zio­ni deb­ba­no fare quan­to in loro pote­re per occu­par­se­ne, non giu­sti­fi­ca tali atti o li ren­de meno gra­vi. Que­sto è quel­lo che, da sem­pre, cer­co di far capi­re a quan­ti mi sol­le­ci­ta­no su argo­men­ti come questi.

Quel­lo che lei chie­de è sostan­zia­le: a quan­ti inte­res­sa pre­ser­va­re l’i­so­la e tener­la puli­ta, in spe­cie tra chi ci vive tut­to l’an­no (aggiun­go io)? La rispo­sta a que­sta doman­da è anche la rispo­sta alla doman­da del let­to­re su che futu­ro spet­ta a Pantelleria.

Fran­ce­sca Marrucci