La discussione avviata da un lettore sui rifiuti a Pantelleria trova un altro contributo nella lettera della Signora Peja che in sostanza dice: che l’isola sia meno peggio di altre aree, non basta.
Anche in questo caso la Direttrice Francesca Marrucci ha risposto sul merito
Buon pomeriggio.
Ho letto la seconda mail scritta dal lettore e la relativa risposta.
Innanzitutto, mi trovo perfettamente d’accordo nell’affermare che la situazione degli abbandoni di rifiuti anche pericolosi, delle microdiscariche e dei rifiuti persi dai camioncini dell’Agesp e abbandonati al loro destino è quanto meno avvilente.
Non credo che scrivere che in fondo Pantelleria è “meno peggio” di altre aree del nostro “Bel Paese” sia di grande consolazione…
Ciò detto e scritto, mi trovo pure d’accordo nel riconoscere che il problema non sia di facile risoluzione, ma tra il non fare nulla e provare a fare qualcosa al di là del rimpallo costante di competenze, sicuramente opto per la seconda possibilità.
È risaputo che lasciare microdiscariche e rifiuti nell’ambiente, fa sì che il fenomeno dilaghi per emulazione e quant’altro, ma certamente per un’Isola con necessità di invogliare il turismo a investirvi e a frequentarla, non è senz’altro una bella carta di presentazione.
Mi permetto inoltre di far presente che non è necessario lanciarsi in dirupi o fare scalate impegnative per vedere lo schifo lasciato da turisti (?), Panteschi (?), questo non conta perché l’inciviltà coinvolge tutti, è tuttavia sufficiente percorrere una strada qualsiasi a piedi e guardare oltre il ciglio per scoprire tutto ciò…
Pertanto vogliamo provare a fare qualcosa?
Ci sono e ci sono stati Comuni virtuosi in zone nelle quali la raccolta dei rifiuti e il rispetto per l’ambiente erano utopie, quindi volendo si possono ribaltare situazioni critiche, ma il punto nodale è questo: in quanti siamo a volerlo e tra questi c’è qualcuno che conta e può innescare un processo di recupero ambientale quanto meno doveroso?
Grazie per lo spazio e, spero, per aver voluto divulgare questo pensiero.
Antonella Peja
LE IMMAGINI ALLEGATE DALLA SIGNORA ANTONELLA:
grazie per averci scritto e per partecipare alla discussione stimolata dal lettore.
Il fatto che io abbia ribadito, e sempre lo farò, che Pantelleria non sia una discarica a cielo aperto, mentre altre sono le aree che si possono definire tali, non significa che sia di consolazione. È una constatazione di fatti che punta a non voler esagerare la situazione in essere per non dare all’esterno una visione dell’isola distorta.
Faccio un esempio concreto di come le cose, pur senza la volontà di chi le scrive, possano apparire sproporzionate per chi è fuori dall’isola.
Quando presi l’incarico di Assessore nel 2019, i social erano pieni di foto e post che dicevano quanto l’isola fosse sporca, piena di erbacce e discariche a cielo aperto. Non le nascondo che un simpatico signore valdostano mi scrisse ad agosto 2020 una mail che ancora conservo e porto ad esempio per far capire che le cose vanno analizzate nel loro contesto e non ingigantite, raccontandomi la sua interessante storia.
Lui e la moglie dovevano andare all’estero in vacanza, perché sempre l’estero era stata la loro meta negli anni passati. A causa del Covid, avevano dovuto rimanere in Italia e avevano scelto Pantelleria per la sua fama di isola selvaggia, convinti di poter trovare angoli di quello che in genere cercavano all’estero. Prima di partire (a luglio) si erano iscritti a vari gruppi FB per informarsi sull’isola, come fa la maggior parte dei turisti, e si erano davvero spaventati. A leggere i post e a vedere le foto erano convinti di capitare in una situazione da favelas, peggio delle peggiori emergenze rifiuti nelle città italiane.
Si erano pentiti amaramente della scelta fatta, ma ormai era tardi. Convinti di aver buttato i soldi, sono partiti per trascorrere due settimane in mezzo allo schifo totale, già pronti a mollare dopo un paio di giorni, se la situazione fosse diventata ingestibile. Arrivati, invece, si sono accorti che l’isola era tutt’altro che sporca, l’hanno girata in lungo e in largo e se ne sono innamorati. Tornati a casa mi hanno scritto, denunciando il fatto che questi post esagerati non facevano un servizio all’isola e anzi, la facevano apparire per quello che non era. Questo è il motivo per cui su questi argomenti tendo a ridimensionare l’eco che possono produrre.
Non so se dal 2019 ad oggi l’isola sia peggiorata, le dico francamente che fino all’ultimo abbiamo ricevuto sempre mail di gente che ci faceva i complimenti per come l’isola era tenuta, ciò non significa che non ci sia il problema (come ovunque) delle discariche abusive, ma da questo a dire che l’isola è una sorta di immondezzaio ce ne passa!
La questione dei dirupi ho ritenuto doveroso farla presente per spiegare che non sempre è semplice recuperare i luoghi divenuti discariche abusive e che purtroppo alcuni di questi sono oggetto di questa infame abitudine da decenni.
Sono d’accordo che i rifiuti a bordo strada dovrebbero essere raccolti celermente e con più costanza, ma è per questo che è importante anche segnalare agli organi competenti.
Infine, le ripeto: la soluzione non può essere individuata esclusivamente in una migliore organizzazione della raccolta, ma soprattutto nell’educare le persone. Non si può pensare che la gente possa liberamente delinquere e sporcare e poi spetti alle istituzioni rimediare. Pantelleria ha un territorio molto grande e un Comune piccolo, ricordiamocelo.
Le sollecitazioni dei cittadini e dei turisti per un’isola più pulita sono sacrosante e vanno ascoltate, ecco perché dedichiamo a questo, tanto spazio. Però ricordiamoci che la responsabilità è anche di alcuni cittadini e di alcuni turisti se esistono certe situazioni e che il fatto che le istituzioni debbano fare quanto in loro potere per occuparsene, non giustifica tali atti o li rende meno gravi. Questo è quello che, da sempre, cerco di far capire a quanti mi sollecitano su argomenti come questi.
Quello che lei chiede è sostanziale: a quanti interessa preservare l’isola e tenerla pulita, in specie tra chi ci vive tutto l’anno (aggiungo io)? La risposta a questa domanda è anche la risposta alla domanda del lettore su che futuro spetta a Pantelleria.
Francesca Marrucci
Punto a Capo Onlus è l’editrice di PUNTO A CAPO ONLINE, PUNTO A CAPO SPORT e PANTELLERIA NOTIZIE. La Redazione è nella sede operativa, a Marino (Roma). La Redazione Pantesca si ritrova periodicamente a Pantelleria. La Redazione è aperta anche se non sempre ‘fisicamente’. Infatti, essendo i collaboratori tutti volontari, lavorano quasi sempre da casa.
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