Rosanna Gabriele e Caterina D’Aietti trionfano al Premio Lillo Di Bonsulton
Tanti altri premi per la maggior parte a poetesse, perché “la poesia è donna” come ci ha raccontato Anna Rita Gabriele, Presidente del Giamporcaro che ospita il Premio
di Lucia Boldi
Si è conclusa ieri la seconda edizione del Concorso di poesia dedicato a Lillo di Bonsulton.
La premiazione si è svolta sabato 3 agosto alle 19 al Centro Culturale Vito Giamporcaro, con la commossa conduzione di Anna Rita Gabriele.
“La poesia è donna” non solo perché storicamente e mitologicamente la musa ispiratrice è spesso stata interpretata da figure femminili, ma soprattutto perché le vincitrici del concorso sono state tutte donne, con pochissime eccezioni maschili fra cui il bravo Riccardo Valenza che ha vinto il secondo premio della sez B, poesie in lingua pantesca, con Gghjurnao.
Per il resto la produzione artistica e l’ispirazione poetica era declinata tutta al femminile: da Caterina Culoma a Luigina Gabriele da Franca Aurora Giannusa a Caterina Ferreri e infine le giovanissime poetesse in erba Denise Pavia e Laura Saltalamacchia. Il bottino più grosso l’hanno diviso però Caterina D’Aietti e Rosanna Gabriele, entrambe con ben due premi ciascuna.
La poetessa Caterina D’aietti ha vinto il primo premio per la sez poesie in pantesco con “Vivemu un cucciteddru”, ispirata ai ricordi d’infanzia, al “macaseno” du zu Manuele a Sibà, dove il padre Titta spesso si fermava a bere un cucciteddru con gli amici. Rosanna Gabriele ha conquistato invece il secondo premio con “Matticata”, espressione tutta pantesca per intendere una giornata di maltempo, ventosa e piovosa.
Invertendo le posizioni, la Gabriele ha vinto il primo premio per la poesia in Italiano “Un pezzo di pietra nera”, dedicata all’isola di Pantelleria e la D’Aietti in seconda posizione con “Maria di Margana”, una sorta di delicata preghiera a questa speciale Madonna del cui ritrovamento la leggenda racconta:
“ …da terre ignote e lontane partisti
una nave al suo passar al mare ti affidò
con il favor del vento
il cullar dell’onda
nella emersa scogliera di quest’isola nera ti adagia leggera.
Maria, naufraga, l’asino che ti conduce a Margana si ferma....”
Lucia Boldi, nata a Palermo nel 1961, ama definirsi una collezionista di storie e di emozioni. Da giovanissima ha firmato articoli di attualità per il giornale L’Ora. Negli anni ottanta, nella storica via Libertà, ha aperto una boutique, diventata presto luogo di nicchia per le appassionate di moda. Per quasi quarant’anni ha ricercato la bellezza nei vestiti e fatto emozionare tante donne grazie alla linea ardita di un abito, alla consistenza eterea di un caftano in seta o alla forma originale di una collana. Quando la moda ha smesso di darle il batticuore, ha scoperto che con la penna poteva ricreare lo stesso incanto. Scegliere le collezioni o scrivere libri sono due attività che, a suo dire, si somigliano: si tratta sempre di esprimere la propria personalità e i propri sentimenti, anche se in maniera diversa. Cucurummà è il suo romanzo d’esordio.