Presentato il libro di Rosario Cappadona su ricette e storie pantesche al Circolo Agricolo di Scauri: Pantelleria che guarda al futuro con i sapori del passato
di Lucia Boldi
Una ricetta per ogni racconto o, meglio ancora, un racconto per ogni ricetta: il nuovo libro di Rosario Cappadona, la cui presentazione si è svolta ieri sera alle 22 al circolo agricolo di Scauri, dal titolo “I racconti e le ricette dei miei ricordi panteschi” è un piccolo tesoro di riti, uno scrigno prezioso di tradizioni, pratiche e costumi della comunità di Pantelleria, attraverso i ricordi commossi dell’autore. “Molte tradizioni si riflettono nella cucina, con piatti tipici preparati in occasioni speciali o durante le festività – afferma l’autore – Può capitare che taluni piatti si evolvano nel tempo, adattandosi ai cambiamenti sociali e culturali, ma alcune pietanze rimarranno sempre un elemento fondamentale nella preservazione della memoria storica e dell’identità di una comunità. Nelle contrade per esempio, le tradizioni sono più radicate che in paese”.
Rosario, laureato in Storia e Filosofia, per anni a capo della Cooperativa Agricola dei Produttori Capperi di Pantelleria, impegnato nel sociale e in politica, giornalista per l’ora di Trapani, per il Panteco, e per altre testate in Emilia, è al suo quarto libro, tre dei quali incoronano il cappero di Pantelleria come il re della cucina isolana.
La presentazione è stata organizzata come fosse uno spettacolo, con le letture appassionate di Maurizio Salvalalio, attore e regista milanese, che hanno coinvolto il pubblico, riportando alla memoria l’aroma tiepido e dolce di cannella delle spinci a cuddruredda (le sfince a ciambella) che la madre dell’autore preparava immancabilmente al mattino della festa dell’Immacolata, o il profumo del sucu di bricioli (il sugo delle braciole) che i pirriatura (i cavatori di pietra) usavano preparare per condire gli spaghetti e mangiarli tutti insieme alla fine di una lunga e dura giornata di lavoro, descritta magistralmente dall’autore.
Hanno dialogato con Rosario Cappadona, Giovanna Ferlucci e il giovane medico Angelo Casano, che ha portato un nuovo e fresco punto di vista sulle tradizioni dell’isola: in un mondo sempre più globalizzato, mantenere un legame con le proprie origini diventa cruciale per preservare la cultura locale e per costruire una consapevolezza storica.
Dulcis in fundo, l’attore Gianni Bernardo ha chiuso la presentazione con una commovente lettera dedicata all’autore ma anche a se stesso e ai suoi ricordi di emigrante con valigia.
Nonostante non sia stata letta nessuna ricetta, sembrava quasi che nell’aria aleggiasse un profumo di soffritto, di pomodorini e di sughi. Arrivata a casa ho preparato le caserecce consigliate da Rosario: Aglio imbiondito in padella, olio di Castelvetrano, acciuga dissalata. Poi pomodorini senza semi né parte acida, olive e capperi. Mantecare le caserecce con l’acqua di cottura della pasta e svenire dalla goduria in pace.
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