PANTELLERIA: CINQUE SERATE DI TEATRO CON GIANNI BERNARDO E CICCI Dall’11 al 15 luglio, nello…
Presentato il libro di Gianni Bernardo Tratti e Ri-tratti. Un successo
20/08/2024Grande successo a Pantelleria per la presentazione-spettacolo del libro di Gianni Bernardo Tratti e Ri-tratti, domenica sera 18 agosto, al Castello Medievale
di Lucia Boldi
Quale location migliore poteva accogliere questo bravissimo attore, drammaturgo, cantautore e adesso anche poeta e scrittore, figlio di Pantelleria, se non il Castello dell’isola?
“Potevamo stupirvi con la meccanica quantistica o con l’intelligenza artificiale, ma oramai, con tutto quello che vediamo nessuno si stupisce più di nulla, perché… perché tutto è possibile, tutto è prevedibile! Quello che non è prevedibile è ciò che accadrà questa sera...”
È iniziato così lo spettacolo-presentazione del libro di Gianni Bernardo dal titolo Tratti e Ri-tratti, con un monologo dissacrante, autoironico e soprattutto misterioso.
Una raccolta di poesie, leggere e musicali come fossero pensieri fluidi catturati e cristallizzati sulla carta stampata e una serie di otto “deviazioni”, racconti senza titolo se non un semplice numero, alcuni ispirati al teatro dell’assurdo di Beckett, altri molto intimi, intriganti, forse lontanamente ammiccanti ai racconti sulle donne di Camilleri.
Una presentazione fuori dal comune, ribelle ai canoni tradizionali, con musiche e performance da teatro. Autore e relatori seduti in fila su una panca, nessun tavolo dall’aria severa, ma molta spontaneità.
La fisarmonica di Gianni Valenza ha accompagnato l’evento, creando un’atmosfera dolcemente malinconica, perfettamente in linea con i monologhi ironici e autocritici di Gianni Bernardo.
Fra gli ospiti relatori, c’era la sottoscritta, Clara Greco, Simona Scialanga e Gabriele Casano, 4 personaggi in cerca d’autore: nessuno di noi si era messo d’accordo con gli altri, ma tutti ci siamo confrontati con il Maestro Gianni, è stato lui a reggere le fila della regia di quasi due ore di spettacolo, al Castello Medievale di Pantelleria.
Io non so neanche perché sono stata scelta per dire la mia, ma pare che il libro Cucurummà mi abbia regalato fama addirittura di scrittrice! Comunque ero molto contenta di partecipare accanto a Clara Greco, che ammiro moltissimo non solo per la sua bravura di attrice, ma perché ha un buon carattere e ogni tanto se ne viene fuori con una bella battuta in pantesco, di quelle che allargano il cuore, e poi c’era Simona Scialanga, docente di Lettere e membro del Comitato Preziosa Pantelleria, docente di Clara per ben 5 anni al liceo Vincenzo Almanza.
Ascoltandola parlare della poesia di Gianni Bernardo e delle sue attinenze con il Petrarca, di versi incipitari, di simmetrie di echi, di composizioni circolari e poi ancora della poetica della rimembranza del Leopardi o del teatro dell’assurdo di Beckett non ho potuto fare a meno di ammirare lo studio profondo che aveva eseguito sul testo, quando l’autore stesso, con la sua famosa autoironia, aveva appena finito di affermare: “Sì, ho scritto un libro di poesie, ma non sono un poeta, ho scritto dei racconti, ma non sono uno scrittore!”
La corona d’alloro sulla testa di Gianni Bernardo l’ho posata anche io, affermando che la sua poesia è creativa e spontanea così come un brano di jazz. L’autore nel suo Tratti e Ri-tratti sembra aver suonato il jazz della propria vita, miscelando ghirigori di parole e pensieri svolazzanti, ricordi e rimpianti, con il suono soffuso del sassofono, con la tromba in sordina, arrangiamenti orchestrali e soprattutto il suono arioso della fisarmonica, avvolgendo il tutto di una dolce e malinconica musicalità, di struggente nostalgia e a tratti anche di misurata “rabbia”. Che poi sono l’essenza stessa di Gianni Bernardo, noto anche per il suo malocarattere. Burbero e scostante, ma geniale.
Prima di entrare “in scena” l’unica fra noi 4 personaggi in cerca d’autore a non essere ansiosa era Clara Greco, grazie alla sua esperienza di attrice ormai consolidata, che ci ha regalato il consiglio di prendere tutto con leggerezza e, nel caso avessimo sbagliato qualcosa, di riderci su insieme al pubblico, anche se poi hai aggiunto: “Ogni piccolo errore qui a Pantelleria, nella mia isola, mi sembra però più grande e pesante, chissà perché?” Comunque la tua lettura di poesie e racconti è stata magistrale. Nessun errore. Applausi equamente distribuiti tra la bravura di Gianni Bernardo e la bravura della tua interpretazione.
Misterioso e stupefacente l’intervento di Gabriele Casano: nessuno sapeva chi fosse né perché fosse in scaletta, neanche noi, ma quella sciarpa e quel cappello la dicevano lunga: con la sua bella voce da teatro, ha recitato la parte di un critico letterario prezzolato, bravissimo a dir tutto senza dir nulla, con la pretesa di recensire Tratti e Ri-tratti senza averlo ancora neanche letto, in fondo se Tremonti l’ha fatto allo Strega del 2009 e La Russa l’ha ripetuto l’anno scorso, perché non può farlo anche lui?
Emozionato l’autore: nonostante decenni di successi come drammaturgo, attore e cantautore, quella sera stava presentando il “suo” primo libro di poesie e racconti nella “sua” isola, regalandoci frammenti della propria vita, rimpianti, rimorsi, ricordi, mettendosi a nudo con grande coraggio.
Alla fine della presentazione-spettacolo l’autore è stato quasi sommerso dalle richieste di dediche sul libro.
“Libro distribuito in esclusiva sull’isola di Pantelleria, che non sarà possibile trovare né a New York, né a Parigi, Berlino o Londra,” come ha affermato con la consueta ironia Gianni Bernardo. Si è registrato il tutto esaurito, vendute tutte le 100 copie disponibili.
A mezzanotte si sono spente le luci del Castello, riposta la fisarmonica nella custodia, i libri ormai esauriti, ma la poesia declamata è rimasta ad aleggiare fra le mura medievali, nutrendosi di quella luna crescente che domenica scorsa illuminava il cielo di Pantelleria.
Lucia Boldi, nata a Palermo nel 1961, ama definirsi una collezionista di storie e di emozioni. Da giovanissima ha firmato articoli di attualità per il giornale L’Ora. Negli anni ottanta, nella storica via Libertà, ha aperto una boutique, diventata presto luogo di nicchia per le appassionate di moda. Per quasi quarant’anni ha ricercato la bellezza nei vestiti e fatto emozionare tante donne grazie alla linea ardita di un abito, alla consistenza eterea di un caftano in seta o alla forma originale di una collana. Quando la moda ha smesso di darle il batticuore, ha scoperto che con la penna poteva ricreare lo stesso incanto. Scegliere le collezioni o scrivere libri sono due attività che, a suo dire, si somigliano: si tratta sempre di esprimere la propria personalità e i propri sentimenti, anche se in maniera diversa. Cucurummà è il suo romanzo d’esordio.