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Pantelleria ora e prima: altre testimonianze dei lettori

I nostri lettori continuano ad inviarci testimonianze della Pantelleria di una volta, aspra, silenziosa, quasi ostica e quella di oggi, che per molti che la scelsero per la sua tranquillità, pare diventata patria delle feste private.

Come sempre, diamo a voi la voce

Per un caso for­tui­to sono venu­ta a Pan­tel­le­ria per la pri­ma vol­ta nel 1983 in affit­to in un dam­mu­so sopra pa peri­me­tra­le all’al­tez­za del Por­to di Scau­ri, vici­no all’at­tua­le cap­pe­ri­fi­cio (a quel tem­po non c’e­ra ancora).

 Al disa­gio dei pri­mi due-tre gior­ni per tut­to quel nero, per l’as­sen­za di albe­ri, per il ven­to che mi ave­va fat­to veni­re il desi­de­rio di par­ti­re il pri­ma pos­si­bi­le, è suben­tra­to subi­to dopo l’a­mo­re per que­sto posto dif­fi­ci­le che, pro­prio con il suo nero, con i suoi pano­ra­mi duri, con il suo ven­to, ti costrin­ge a met­ter­ti di fron­te a te stesso.
O ci rie­sci o… scappi.
Non sia­mo scappati.
E dopo tan­ti anni, ad ecce­zio­ne di un solo ago­sto, sia­mo tor­na­ti anco­ra qui a Scau­ri, ogni anno.
Agrip­pi­na Alessandroni
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Buon­gior­no,
Mi asso­cio al recla­mo fat­to da un vostro let­to­re per le feste pri­va­te che van­no tan­to di moda que­st’an­no, incu­ran­ti del distur­bo e arre­ca­to a chi vie­ne per ripo­sa­re e per gode­re del­la tran­quil­li­tà, aimé, ormai perduta.
Mi sem­bra ingiu­sto che pochi male­du­ca­ti pos­sa­no agi­re sen­za rispet­ta­re gli altri. E vor­rei met­te­re in evi­den­za il silen­zio assor­dan­te degli espo­nen­ti comu­na­li e l’im­po­ten­za del­la for­za pubblica.
Riman­go comun­que fidu­cio­sa in un inter­ven­to da par­te del­le auto­ri­tà competenti.
Cor­dial­men­te,
Lucil­la Svetlic 
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Foto di coper­ti­na di Tom­ma­so Brignone
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