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Pantelleria: successo e emozioni con il Pessoa Quartet all’Hangar

Successo e emozioni nel concerto di chiusura del Suoni Panteschi Festival all’Hangar, ma l’enorme afflusso di spettatori ha creato problemi

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di Fran­ce­sca Marrucci

Il con­cer­to fina­le del Suo­ni Pan­te­schi Festi­val all’­Han­gar del­l’Ae­ro­nau­ti­ca mili­ta­re, tenu­to­si mer­co­le­dì scor­so, è sta­to un suc­ces­so incre­di­bi­le. Nono­stan­te tut­to. Per rac­con­tar­lo biso­gna, infat­ti, ini­zia­re dal­le dif­fi­col­tà che la trop­pa popo­la­ri­tà del­l’e­ven­to ha creato.

Oltre alle pole­mi­che che lo han­no pre­ce­du­to, pro­ble­mi sono sta­ti crea­ti dal nume­ro enor­me ed ina­spet­ta­to di spet­ta­to­ri che c’è sta­to e che ha mes­so in dif­fi­col­tà l’or­ga­niz­za­zio­ne dell’evento.

Un flusso ininterrotto di circa 1.500 persone

Un flus­so inin­ter­rot­to di cir­ca 1.500 per­so­ne han­no ini­zia­to ad affol­la­re il Distac­ca­men­to del­l’Ae­ro­nau­ti­ca Mili­ta­re di Pan­tel­le­ria e le stra­de che dal cen­tro por­ta­va­no ad esso già dal­l’a­per­tu­ra dei can­cel­li alle 19.15.

Per più di un’o­ra, la fila di auto si è pro­trat­ta fino all’A­cro­po­li di San Mar­co, con per­so­ne che han­no scel­to per­si­no di par­cheg­gia­re pres­so il sito archeo­lo­gi­co e far­se­la a pie­di, ed è sta­to subi­to chia­ro che il nume­ro di spet­ta­to­ri sareb­be sta­to mol­to al di sopra di ogni più fau­sta previsione.

Grande soddisfazione per Letizia Stuppa e Giulio Potenza, ma troppo pubblico è stato un problema

Una sod­di­sfa­zio­ne incre­di­bi­le ed un rico­no­sci­men­to arti­sti­co di qua­li­tà per l’Asso­cia­zio­ne ASTARTE, per Leti­zia Stup­pa e Giu­lio Poten­za che sono gli idea­to­ri del Festi­val, per il Quar­tet­to Pes­soa, per­si­no per l’Ae­ro­nau­ti­ca e il Comu­ne di Pan­tel­le­ria che han­no orga­niz­za­to e patro­ci­na­to l’e­ven­to, ma meno fun­zio­na­le al con­cer­to stesso.

L’e­nor­me afflus­so di per­so­ne non ha solo col­to tut­ti di sor­pre­sa, ma soprat­tut­to ha col­to l’or­ga­niz­za­zio­ne impre­pa­ra­ta. Non c’è sta­ta pre­no­ta­zio­ne per l’e­ven­to, sem­pre auspi­ca­bi­le in que­sti appun­ta­men­ti pub­bli­ci e gra­tui­ti, e que­sto non ha aiu­ta­to a gesti­re la situa­zio­ne, per cui si sono pre­sen­ta­te più del dop­pio del­le per­so­ne rispet­to alle sedu­te a disposizione.

A fron­te di un’ot­ti­ma acu­sti­ca del­l’­Han­gar con un pub­bli­co sedu­to di cir­ca 800 per­so­ne, un nume­ro qua­si ugua­le di spet­ta­to­ri in pie­di tut­to intor­no ha crea­to un effet­to river­be­ro che ha gra­ve­men­te nuo­ciu­to all’a­cu­sti­ca e al micro­cli­ma inter­no. Di con­se­guen­za, nel fon­do non si sen­ti­va qua­si nien­te ed è sta­to neces­sa­rio accen­de­re una ven­to­la per l’ef­fet­to con­den­sa che ha distur­ba­to non poco i musi­ci­sti, costret­ti a più ripre­se ad asciu­ga­re sé stes­si e gli strumenti.

In tan­ti, in spe­cie chi era in pie­di in fon­do e non sen­ti­va, dopo un po’ han­no abban­do­na­to, eppu­re l’Han­gar era comun­que gremito.

La grande professionalità e bravura del Quartetto Pessoa

Nono­stan­te gli incon­ve­nien­ti da trop­po pub­bli­co (sem­bra stra­no a dir­lo riguar­do ad un con­cer­to!), il Quar­tet­to Pes­soa ha sapu­to comun­que pren­de­re per mano le qua­si 1.000 per­so­ne rima­ste e le ha fat­te viag­gia­re tra le note e le emo­zio­ni del­le più impor­tan­ti colon­ne sono­re del Mae­stro Ennio Mor­ri­co­ne, riscuo­ten­do fra­go­ro­si applau­si, stan­ding ova­tions e calo­ro­si complimenti.

Non era faci­le suo­na­re in quel­le con­di­zio­ni sen­za il sup­por­to del­l’am­pli­fi­ca­zio­ne, ma gli arti­sti han­no mostra­to mae­stria e pro­fes­sio­na­li­tà, oltre che cuo­re e pas­sio­ne pale­se per l’o­pe­ra del Mae­stro Mor­ri­co­ne, quin­di un plau­so dop­pio lo meri­ta­no davvero.

Nel­la secon­da par­te del con­cer­to, ad accom­pa­gna­re il Quar­tet­to Pes­soa è sali­to sul pal­co un gio­va­ne e pro­met­ten­te talen­to, Tom­ma­so Qua­ran­ta che, al pia­no, ha incan­ta­to la pla­tea attenta. 

Un viaggio tra immagini e note

Coin­vol­gen­ti le imma­gi­ni che han­no accom­pa­gna­to alcu­ne del­le ese­cu­zio­ni, dal­le locan­di­ne d’e­po­ca de Il Pro­fes­sio­ni­sta, Met­ti una sera a cena, La Calif­fa, Il buo­no, il brut­to e il cat­ti­vo, agli spez­zo­ni dei film come C’e­ra una vol­ta il West, Nuo­vo Cine­ma Para­di­so, Male­na, La leg­gen­da del pia­ni­sta sul­l’o­cea­no, fino alle dedi­che che han­no visto pro­ta­go­ni­sti, oltre al Mae­stro Mor­ri­co­ne, gli atto­ri fran­ce­si Alain Delon e Jean-Paul Bel­mon­do, il pri­mo da poco scom­par­so e il secon­do che vol­le la musi­ca di Mor­ri­co­ne al suo funerale.

Par­ti­co­lar­men­te apprez­za­ta da tut­ti è sta­ta la dedi­ca al pan­te­sco Andrea Sal­se­do, figu­ra sto­ri­ca del movi­men­to anar­chi­co ita­lia­no, mor­to nel 1920 in cir­co­stan­ze anco­ra non anco­ra chia­re, negli Sta­ti Uni­ti. 7 anni pri­ma del­la dal­la con­dan­na di Sac­co e Van­zet­ti. Il film di Giu­lia­no Mon­tal­do del 1971 dedi­ca­to alle due più note figu­re di anar­chi­ci ita­lia­ni, con Gian Maria Volon­tè, è sta­to impre­zio­si­to dal­la colon­na sono­ra di Mor­ri­co­ne e l’e­se­cu­zio­ne di que­st’ul­ti­ma è sta­ta l’oc­ca­sio­ne per ricor­da­re il per­so­nag­gio sto­ri­co pantesco.

Una sera­ta all’in­se­gna del­la gran­de musi­ca, che nono­stan­te la gran­de dimo­stra­zio­ne di inte­res­se e affet­to di pub­bli­co che ha crea­to qual­che incon­ve­nien­te, ha coro­na­to que­sta ter­za edi­zio­ne del Suo­ni Pan­te­schi Cham­ber Music Festi­val rega­lan­do al pub­bli­co qua­li­tà e professionalità.

Una con­fer­ma del­la vali­di­tà di un appun­ta­men­to musi­ca­le ormai con­so­li­da­to e atte­so, che ren­de la musi­ca e la cul­tu­ra acces­si­bi­li dav­ve­ro a tut­ti, fa sco­pri­re nuo­vi talen­ti, ci con­ti­nua a rega­la­re pro­fes­sio­ni­sti apprez­za­ti e sa tra­smet­te­re cuo­re e pas­sio­ne nel­la musi­ca a tut­ti gli spettatori.

ECCO IL VIDEO DEL CONCERTO:

 
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