Intervista a Roberto Pallocca, tra i vincitori del Premio Letterario Pantelleria

Intervista a Roberto Pallocca, tra i vincitori del Premio Letterario Pantelleria

24/09/2024 0 Di Francesca Marrucci

Domenica si terrà la premiazione del Premio Letterario Città di Pantelleria. Pantelleria Notizie ha intervistato per i lettori alcuni dei vincitori

Ecco la prima intervista ad una nostra vecchia e sempre gradita penna: lo scrittore Roberto Pallocca, vincitore del secondo premio nella sezione editi

di Fran­ce­sca Marrucci

È ormai pros­si­ma la pre­mia­zio­ne del Pre­mio Let­te­ra­rio Cit­tà di Pan­tel­le­ria che si ter­rà dome­ni­ca 29 set­tem­bre, non più al Castel­lo, ma in Aula Con­si­lia­re alle ore 17,30. La nostra testa­ta che ha segui­to con estre­mo inte­res­se il Pre­mio sin dal prin­ci­pio, vi pro­por­rà una serie di inter­vi­ste esclu­si­ve ai vin­ci­to­ri di que­sta pri­ma edi­zio­ne. Tra que­sti, ritro­via­mo una vec­chia cono­scen­za del­la nostra testa­ta: Rober­to Pal­loc­ca.

Rober­to, non è nuo­vo di Pan­tel­le­ria, anzi. Sem­bra che il suo lega­me con l’i­so­la si sia raf­for­za­to in que­sti due anni, e nono­stan­te viva a Roma, con­ti­nua ad esse­re pre­sen­te con que­sto secon­do pre­mio del­la sezio­ne edi­ti con il suo ulti­mo roman­zo, L’e­qui­li­brio indi­fe­so, e facen­do pro­get­ti per tor­na­re a tene­re un nuo­vo Labo­ra­to­rio di Scrit­tu­ra Crea­ti­va, che è il pro­get­to con il qua­le era appro­da­to a Pan­tel­le­ria e che ha avu­to un risul­ta­to dav­ve­ro sod­di­sfa­cen­te in ter­mi­ni di qua­li­tà di partecipazione. 

Lo abbia­mo inter­vi­sta­to all’in­do­ma­ni del­la comu­ni­ca­zio­ne del­la vincita.

Roberto, ha vinto il secondo premio per le opere edite al Premio Letterario Città di Pantelleria, l’ultimo di una lunga serie, che effetto le fa?

Vin­ce­re un pre­mio let­te­ra­rio è sem­pre bel­lis­si­mo, vin­cer­lo in un luo­go in cui hai lascia­to il cuo­re lo è anco­ra di più. Il mio ulti­mo roman­zo, che è anco­ra gio­va­ne, è usci­to a mag­gio scor­so, e che sta aven­do risul­ta­ti bel­lis­si­mi, si inti­to­la “L’equilibrio indi­fe­so”, pub­bli­ca­to da GRAUS una gio­va­ne e agguer­ri­ta casa edi­tri­ce napo­le­ta­na. È un roman­zo che trat­ta un tema deli­ca­to come la malat­tia men­ta­le e pro­va a far­lo attra­ver­so gli occhi dell’amore. È sta­to mol­to mol­to com­pli­ca­to scri­ver­lo così sem­pli­ce. Chi lo leg­ge­rà, capi­rà cosa voglio dire con que­sta fra­se che sem­bra sen­za senso.

Il suo rapporto con Pantelleria nasce già due anni fa con il Laboratorio di Scrittura Creativa che ha fatto con il Comune, che ricordi ha di quell’esperienza?

Ricor­di tan­tis­si­mi e mera­vi­glio­si. Si trat­ta­va di un labo­ra­to­rio di scrit­tu­ra iti­ne­ran­te: una set­ti­ma­na di lezio­ni spar­se in giro per tut­ta l’isola. Il pro­get­to di un labo­ra­to­rio di Scrit­tu­ra Crea­ti­va sul rac­con­to bre­ve esi­ste da set­te anni, lo por­to avan­ti con gran­de pas­sio­ne, sono deci­ne le per­so­ne coin­vol­te e tan­ti gli obiet­ti­vi let­te­ra­ri e bene­fi­ci che abbia­mo rag­giun­to ma mai mi era capi­ta­to di fare incon­tri sot­to a un faro al tra­mon­to, sul­le spon­de di un lago, in luo­ghi incan­te­vo­li e indi­men­ti­ca­bi­li. Abbia­mo par­la­to di sto­rie, di ispi­ra­zio­ne, di tec­ni­che nar­ra­ti­ve negli sce­na­ri più bel­li e sug­ge­sti­vi di Pan­tel­le­ria. E poi ho cono­sciu­to per­so­ne fan­ta­sti­che, con cui sono rima­sto in con­tat­to sui social net­work e che seguo nel­le loro car­rie­re letterarie.

Dal suo Laboratorio sono uscite tre belle firme che adesso può vantare Pantelleria: Lucia Boldi, Caterina D’Aietti e Speranza Casillo, le prime due tra l’altro continuano a ricevere anch’esse premi. È stata quindi una bella soddisfazione quest’isola?

Lucia, Cate­ri­na e Spe­ran­za sono tre scrit­tri­ci mol­to diver­se per for­ma­zio­ne, pro­ve­nien­za e voca­zio­ne, ma han­no tut­te e tre la giu­sta dose di talen­to e di desi­de­rio che, a mio pare­re, ser­ve per fare stra­da nel mon­do dell’editoria. Il roman­zo di Lucia, Cucu­rum­mà, è vera­men­te ben scrit­to e vale la pena di leg­ger­lo, le poe­sie di Cate­ri­na non devo cer­to pre­sen­tar­ve­le io, e l’opera scrit­ta da Spe­ran­za C’è Spe­ran­za in Qatar è un dia­rio iro­ni­co, leg­ge­ro e inte­res­san­te dei suoi set­te anni in Medio Orien­te, dove ha lavo­ra­to all’ideazione di cam­pa­gne pub­bli­ci­ta­rie. Tre per­so­ne e tre scrit­tri­ci da leg­ge­re assolutamente.

Nella sua classe c’era anche Alma Dal Co, prematuramente scomparsa, che ricordo ha di lei?

Un ricor­do fre­sco. Un ricor­do leg­ge­ro. Sono pas­sa­ti qua­si due anni ma, se mi fer­mo a pen­sar­ci, anco­ra non ci cre­do che non ci sia più. Come scris­si in un arti­co­lo per la vostra testa­ta era una “ragaz­za in movi­men­to peren­ne, alla ricer­ca di ispi­ra­zio­ne e di emo­zio­ni, di per­cor­si di cre­sci­ta e di cono­scen­za di sé”. Ci sia­mo cono­sciu­ti e abbia­mo rag­giun­to, col resto del grup­po, un livel­lo di com­pli­ci­tà e di con­di­vi­sio­ne impor­tan­ti, seb­be­ne il tem­po tra­scor­so insie­me sia sta­to rela­ti­va­men­te poco. Sono i mira­co­li che fan­no le paro­le, le emo­zio­ni, le sto­rie, quan­do diven­ta­no spa­zio comu­ne, abi­ta­to a pie­no. Se doves­si sce­glie­re una sua carat­te­ri­sti­ca, che mi tor­na in men­te ogni vol­ta che pen­so a lei, è quell’avidità sana di chi è affa­ma­to di vita, quel­la sma­nia che acco­mu­na le per­so­ne che sono alla ricer­ca peren­ne di miglio­rar­si e di comprendersi.

In questi legami con Pantelleria sempre più forti fatti di parole, persone e storie, emerge il suo libro, ce ne vuole parlare?

Lo accen­na­vo pri­ma. È un roman­zo che trat­ta un tema impe­gna­ti­vo, ma è scrit­to in modo mol­to sem­pli­ce. Ho cer­ca­to di rac­con­ta­re la malat­tia men­ta­le con gli occhi di chi è inna­mo­ra­to. La sto­ria ini­zia con un incon­tro casua­le, come nasco­no mol­te del­le sto­rie che poi diven­ta­no vite intrec­cia­te. Quel­la tra Rober­to e Anna, i due pro­ta­go­ni­sti, sem­bra una sto­ria d’amore come tan­te altre, sal­vo poi sve­la­re di non esser­lo affat­to. C’è una que­stio­ne di equi­li­bri man­ca­ti, di ten­sio­ni ine­spres­se, di delu­sio­ni, di amo­ri, di indi­ci­bi­li dolo­ri, e cer­co di rispon­de­re a una doman­da bana­le ma com­ples­sa: per­ché cer­chia­mo tut­ti fati­co­sa­men­te un equi­li­brio ma poi spes­so ci inna­mo­ria­mo di chi ce lo spo­sta? Die­tro la ricer­ca che c’è pri­ma di ogni roman­zo, suc­ce­do­no un sac­co di cose, ma lo scrit­to­re può rac­con­tar­ne sol­tan­to una. E que­sto è sta­to l’aspetto più dif­fi­ci­le per me. C’è sta­to un atti­mo in cui pote­va dav­ve­ro capi­ta­re di tut­to. Oggi, a distan­za di cin­que mesi, que­sto libro con­ti­nua a rice­ve­re tan­tis­si­mi apprez­za­men­ti dai let­to­ri e comin­cia­no ad arri­va­re anche pre­mi let­te­ra­ri, che mi lusin­ga­no e ali­men­ta­no il mio desi­de­rio di raccontare.

Conta di fare qualcos’altro a Pantelleria? Magari con l’Unipant, visto che già collaborava con Punto a Capo?

Pan­tel­le­ria è nel mio cuo­re. Ci tor­no sem­pre volen­tie­ri e sarei entu­sia­sta di ave­re la pos­si­bi­li­tà di por­ta­re avan­ti un pro­get­to di scrit­tu­ra lì. So che l’Unipant è una bel­lis­si­ma real­tà, in cre­sci­ta costan­te, e col­la­bo­rar­ci mi stuz­zi­ca non poco. Pen­so, ad esem­pio, che sareb­be pos­si­bi­le impo­sta­re un cor­so in par­te a distan­za, in par­te in pre­sen­za, per­ché Roma non è vici­na ma nem­me­no chis­sà dove. Di una cosa sono cer­to, e lo dico con gran­de con­vin­zio­ne e gio­ia: non esi­ste qual­co­sa che fer­mi le sto­rie e quel­la mera­vi­glia che è il desi­de­rio di rac­con­tar­le. Quin­di maga­ri ci vedre­mo pre­sto. Intan­to gra­zie per que­sta inter­vi­sta e gra­zie anche per il rico­no­sci­men­to che ter­rò stret­to, con orgo­glio, insie­me ai miei ricor­di più belli.