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Non ci sono maschi? Il laboratorio teatrale dell’Almanza emoziona

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Emozioni, riflessioni e tanta commozione per lo spettacolo finale del laboratorio teatrale delle studentesse dell’Almanza sulla differenza di genere

Con le Prof. Siragusa e Di Dio, le ragazze sono state guidate da un’esperta d’eccezione: l’attrice Clara Greco

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di Fran­ce­sca Marrucci

Buo­na la pri­ma, la secon­da e la ter­za, sareb­be da dire per lo spet­ta­co­lo tea­tra­le por­ta­to oggi in sce­na in tre repli­che pres­so l’O­ra­to­rio di Pan­tel­le­ria da 13 stu­den­tes­se del­l’I­sti­tu­to Almanza.

Uno spet­ta­co­lo toc­can­te, sen­ti­to e emo­ti­va­men­te coin­vol­gen­te sia per chi lo ha por­ta­to in sce­na che per quan­ti, tra clas­si e ospi­ti, han­no avu­to modo di assistervi.

MAI PIU’ COME SE NULLA FOSSE

La per­for­man­ce è sta­ta finan­zia­ta con i fon­di del Pro­get­to del­la Regio­ne Sici­lia­na sul­le dif­fe­ren­ze di gene­re dal tito­lo ARTE… DI OGNI GENERE al qua­le ha par­te­ci­pa­to anche l’I­sti­tu­to Alman­za di Pan­tel­le­ria, gra­zie all’i­ni­zia­ti­va del­la Prof. Ange­li­ca Sira­gu­sa. Il tito­lo del pro­get­to por­ta­to dal­l’Al­man­za è MAI PIU’ “COME SE NULLA FOSSE”.

La prof. Sira­gu­sa, in quan­to docen­te tutor, così ci ha descrit­to la nasci­ta del pro­get­to: “Abbia­mo pen­sa­to ad un Labo­ra­to­rio tea­tra­le coreu­ti­co che potes­se coin­vol­ge­re tut­te le clas­si, dal­le I alle V, e tut­ti i ragaz­zi. In que­sto per­cor­so ho avu­to come docen­te di sup­por­to la Prof. Gio­van­na di Dio e come esper­to di set­to­re l’at­tri­ce Cla­ra Gre­co. Ave­va­mo solo 30 ore e 13 ragaz­ze, quel­le che han­no ade­ri­to al labo­ra­to­rio, nes­sun maschio, e Cla­ra ha fat­to dav­ve­ro un buon lavo­ro.

CLARA GRECO: LA PIU’ BELLA ESPERIENZA DELLA MIA VITA

A que­sto pro­po­si­to, pro­prio Cla­ra Gre­co non ha nasco­sto la gran­de emo­zio­ne e la gran­de espe­rien­za uma­na che que­sto labo­ra­to­rio le ha por­ta­to: “Non ho timo­re a dire che que­sta è sta­ta la più bel­la espe­rien­za del­la mia vita, mi ha dato tan­to, anzi que­ste ragaz­ze mi han­no dato tan­to. Abbia­mo comin­cia­to innan­zi tut­to par­lan­do del tema del­la dif­fe­ren­za di gene­re e in base anche a chi si era iscrit­to al labo­ra­to­rio, cioè solo ragaz­ze, abbia­mo costrui­to il copio­ne man mano. Trat­ta­re que­sto argo­men­to ribal­tan­do il pun­to di vista è sta­ta l’i­dea vin­cen­te e anche le ragaz­ze, alcu­ne del­le qua­li era­no così timi­de che a sten­to apri­va­no boc­ca, ora cal­ca­no que­sto pal­co. Non pos­so che dir­mi sod­di­sfat­ta.

La figu­ra di esper­to di set­to­re è cal­zan­te per Cla­ra che, for­te del­la gio­va­ne età e dei recen­ti suc­ces­si tele­vi­si­vi, da sem­pre mol­to atti­va nei temi socia­li, ha con­qui­sta­to la fidu­cia del­le ragaz­ze che han­no comin­cia­to ad aprir­si e a rac­con­tar­si. Ne è usci­to uno spet­ta­co­lo vibran­te di azio­ni, gesti, suo­ni, paro­le, emo­zio­ni, espe­rien­ze non solo del­le stes­se pro­ta­go­ni­ste, ma anche e soprat­tut­to del­le voci maschi­li, assen­ti sì, ma pre­sen­ti nel por­ta­re un pun­to di vista non trop­po diver­so da quel­lo del­le don­ne, una sor­ta di rove­scio del­la meda­glia che pone tut­ti sul­lo stes­so pia­no: il sen­tir­si ina­de­gua­ti come ‘maschi’ o come ‘fem­mi­ne’ in que­sta società.

DOVE SONO I MASCHI? NON CI SONO MASCHI. CHE FANNO I MASCHI?

Dove sono i maschi? Non ci sono i maschi. Con que­sta con­sta­ta­zio­ne che dal­la real­tà del labo­ra­to­rio pas­sa alla meta­fo­ra di uno spa­zio al fem­mi­ni­le, ini­zia un per­cor­so di con­si­de­ra­zio­ne e rifles­sio­ne che par­te dal­le dif­fe­ren­ze e arri­ve­rà poi alle simi­li­tu­di­ni tra i due ses­si e il modo di viver­si e veder­si nei con­fron­ti del resto del mondo.

Dai gesti tipi­ci dei maschi e del­le fem­mi­ne, appun­to, con l’u­so qua­si osses­si­vo dei ter­mi­ni scien­ti­fi­ci di gene­re inve­ce che ‘ragaz­zi’ e ‘ragaz­ze’ o ‘uomi­ni’ e ‘don­ne’, alle azio­ni più estre­me che por­ta­no ai fem­mi­ni­ci­dio, il pas­so è bre­ve. Eppu­re, un tema così for­te e di impat­to è sta­to trat­ta­to con una deli­ca­tez­za e un tat­to che nul­la tol­go­no alla for­za espres­si­va del­la condanna. 

Pro­prio per le ragaz­ze, abbia­mo dovu­to stu­dia­re un lin­guag­gio deli­ca­to, che rispet­tas­se anche le loro sen­si­bi­li­tà e che tro­vas­se espres­sio­ne attra­ver­so le loro capa­ci­tà e in que­sto devo rin­gra­zia­re Ange­li­ca e Gio­van­na, per­ché non pote­vo ave­re squa­dra miglio­re per aiu­tar­mi in que­sto per­cor­so,” con­ti­nua Cla­ra Greco.

UNA PERFORMANCE CORALE CHE DAL SINGOLO ARRIVA AL GRUPPO

Sì, per­ché le ragaz­ze, straor­di­na­rie nel loro impe­gno, non han­no solo reci­ta­to, non si sono solo con­fron­ta­te con una tele­ca­me­ra e soprat­tut­to con il pub­bli­co, ma han­no bal­la­to e can­ta­to in una per­for­man­ce che dal sin­go­lo arri­va­va al grup­po, lo stes­so grup­po di com­pa­gne che, come loro stes­se han­no spe­ci­fi­ca­to ad ini­zio spet­ta­co­lo, con que­sto labo­ra­to­rio sono diven­ta­te ami­che e complici.

I loro nomi vale la pena citar­li, per l’im­pe­gno, la bra­vu­ra e il risul­ta­to: Maria Lo Giu­di­ce, Mari­sol Lo Ril­lo, Gine­vra Di Mal­ta, Anna Mino­re, Anna Rosa Fati­ni, Miriam Culo­ma, Rebec­ca Di Mal­ta, Danie­la Bel­vi­si, Sil­via D’A­iet­ti, Bene­det­ta Gau­li, Miriam Con­so­lo, Vic­to­ria Rodo e Dia­na Petrea Ione­la.

Tan­ta la sod­di­sfa­zio­ne espres­sa dal Diri­gen­te Sco­la­sti­co, For­tu­na­to Di Bar­to­lo, che ha assi­sti­to in pri­ma per­so­na alla tra­sfor­ma­zio­ne di alcu­ne del­le ragaz­ze e del­le docen­ti che le han­no segui­te. E, come ci ha det­to Cla­ra Gre­co, se ci sarà un bis lei ci sarà, non solo per la bel­lis­si­ma espe­rien­za, ma soprat­tut­to per­ché è impor­tan­te con­ti­nua­re a par­la­re con i ragaz­zi di que­ste tema­ti­che che sono pro­prio quel­le che stan­no loro più a cuore.

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