Dat Volidisicilia continuerà a operare i collegamenti aerei in continuità territoriale da Pantelleria e Lampedusa…
Sei profughi (o turisti) a Lampedusa… da Pantelleria
14/10/2024Sei profughi (o turisti) a Lampedusa… da Pantelleria
Sei panteschi in vacanza sull’isola ‘sorella’, confrontano le ‘dicerie’ con la realtà e ci presentano una Lampedusa diversa da quella che spesso troviamo narrata sui social
di Gina Addolorato
Sbarcati nell’isola di Lampedusa il sabato antecedente alla festa della Madonna di PortoSalvo, patrona amata dell’isola e dai suoi abitanti, già noi, panteschi, veniamo accolti con regali e dolcetti.
Ne abbiamo sentite tante su Lampedusa, in specie nei gruppi di discussione panteschi. A volte citata come esempio positivo, molte volte come esempio negativo. Ne abbiamo lette di tutti i colori: “l’isola è piccola, c’è solo una strada principale”, “ci sono gli sbarchi”, è pieno di immondizia”… insomma, è facile parlare senza criterio da lontano.
L’isola certo è piccola rispetto alla nostra Pantelleria, ma l’isola di Pantelleria è la quinta per grandezza di tutta l’Italia, e la più grande delle Isole Minori, quindi facile dire che un’altra isola è piccola confronto alla nostra.
È vero che la vita notturna e la movida è concentrata su via Roma, ma perché è lì che ci sono un infinità di locali che offrono musica dal vivo con palchi e palchetti.
Ci sono anche un infinità di vie con negozi e scorci da ammirare. Anche solo vedere i vecchietti seduti sull’uscio di casa che ci guardano passeggiare e ci salutano, tutti con il sorriso sul viso vissuto dal sole è un’esperienza!
Da Cala Madonna a Cala Croce, ci si può immergere nell’acqua confinata dalle tanto desiderate spiagge, ma se si ha nostalgia di casa, a Cala Creta o a Cala Pisana si trovano le scogliere di pietra bianca e al crostone del faro un’enorme panchina ti aspetta per essere parte nella foto di rito di gruppo.
Ci sono anche i Dammusi. A dire il vero una copia non riuscita bene dei nostri che sono unici.
Siamo qui per la festa della Madonna di Porto Salvo, la cui celebrazione cade proprio il 22/23/24 settembre.
Tutti i lampedusani, e non solo, sono uniti in preghiera, ma non seriosi, piuttosto allegri invece, perché di una festa si tratta. Le luci, le luminarie, adornano tutta la piazza e tutte le strade del centro dove la madonna passerà in corteo. Dai balconi sono esposti gli stendardi con su scritto “W la Madonna“ e tutto è magico, avvolti in un’atmosfera d’altri tempi.
Il corteo, che è guidato da una voce che indica ai fedeli preghiere e canzoni, è lunghissimo, e quando la Madonna dopo aver percorso le strade del centro, passando per il porto, torna in chiesa, i pescatori la aspettano davanti al sagrato, rinnovando un rito annuale, urlando più volte ”W, W, W la Madonna”.
In serata non possono mancare i i fuochi d’artificio a mare, giù al porto vecchio. Venticinque minuti di stelle e pioggia di mille colori illuminano il cielo con boati di non poco conto e per concludere le barche, ai moli, salutano la fine della festa con le sirene.
La Madonna poi rientrerà nella sua chiesetta a Cala Madonna il giorno successivo. Cala Madonna è un posto magico, un’insenatura con grotte scavate nella roccia un po’ come la nostra Sataria.
Come si può andare a Lampedusa e non fare un giro in barca? Decidiamo di uscire dal porto con “La quarta isola“, un enorme catamarano a tre piani dove ognuno ha il suo prendisole, il suo posto a tavola e comodi salottini ci allietano con musica, aperitivi e mare mozzafiato.
Il comandante ci ha persino accolti in sala pranzo con un applauso come ospiti d’onore della sorella isola Pantelleria!
Fondali trasparenti, baie incantevoli, il tutto in compagnia di altre centinaia di barchette da contorno.
A conclusione di questa vacanza da panteschi a Lampedusa abbiamo capito che l’isola di Lampedusa non è dei lampedusani, perché questi la offrono a noi turisti (o profughi che dir si voglia) con tutto il cuore senza risparmiarsi.
Hanno capito che la loro isola è un bene prezioso, ma che devono saperlo condividere con gli altri nel migliore dei modi, facendo un sano turismo.
Delle accortezze che dovremmo applicare anche noi. Ad esempio, le porte dei negozi e dei servizi in genere sono sempre aperte sino a tarda notte, per ogni esigenza del turista.
Ogni famiglia lampedusana lavora o con una barca o con un appartamento da affittare o con un attività, tutti nel campo del turismo e i risultato si vedono. Così come, sinceramente, si vede la differenza tra loro e noi. In questo campo a Pantelleria abbiamo ancora tanta strada da fare.
E se qualcuno mette ancora avanti la questione migranti, che comunque non ha per niente toccato il turismo isolano, è bene citare quanto affermato dal Sindaco in un comizio pubblico: “Quando si parla di migranti tutti nominano gli sbarchi, i gommoni alla deriva, il centro di accoglienza, ma nessuno mai dice quante vite si salvano a Lampedusa tutti i giorni!”
Su questo dovremmo riflettere e prendere spunto per migliorare e per farlo, continuiamo a viaggiare per fare confronti e imparare.
Sono nata a Pantelleria e di professione faccio la house manager e la chef per passione. Mi piace scrivere perché penso che l’informazione va portata a conoscenza di tutti e tante volte aiuta molto le persone, soprattutto nel sociale. Mi piace mettermi a disposizione per gli altri perché mi fa stare bene con me stessa.
Bravissima per il contenuto e per la prosa sincera e coinvolgente. Te lo dice un nordico ora attempato che a Pantelleria ci andava allorché la Regione Sicilia, primi anni 80, rimborsava il 50% del volo…col mitico Fokker e che lì ha conosciuto la futura moglie. Poi ha scoperto Lampedusa innamorandosene..così gli amori isolani sono equamente suddivisi…traditi talvolta con la natura della Sardegna fuori stagione ! Bravissima ancora. Mi sono commosso !
sono stato due volte a lampedusa, isola che mi è entrata nel cuore immediatamente e che vi è rimasta, tra poco ci tornerò e non vedo l’ora. sono stato benissimo, non ho visto né migranti , né tantomeno sporcizia, la consiglio vivamente a chi ama il mare, stupendo, e vuole rilassarsi alla grande.