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Filippo Panseca: Comune e Parco lo ricordano così

IL COMUNE DI PANTELLERIA PIANGE LA SCOMPARSA DI FILIPPO PANSECA, ARTISTA VISIONARIO E CITTADINO AMATO

Con gran­de tri­stez­za, l’Am­mi­ni­stra­zio­ne Comu­na­le di Pan­tel­le­ria si uni­sce al dolo­re per la scom­par­sa di Filip­po Pan­se­ca, uno degli arti­sti più inno­va­ti­vi e signi­fi­ca­ti­vi del pano­ra­ma cul­tu­ra­le inter­na­zio­na­le. Filip­po è dece­du­to nel­la not­te tra il 23 e il 24 novem­bre 2024, lascian­do un vuo­to incol­ma­bi­le nel­la comu­ni­tà pan­te­sca, che lo ha sem­pre accol­to con affet­to e stima.

Filip­po Pan­se­ca ha scel­to Pan­tel­le­ria come sua casa, un luo­go dove ha volu­to invec­chia­re e dove ha con­ti­nua­to a rea­liz­za­re ope­re che uni­va­no arte, tec­no­lo­gia e rifles­sio­ne socia­le. La sua visio­ne arti­sti­ca e il suo impe­gno cul­tu­ra­le han­no segna­to una gene­ra­zio­ne e han­no tra­sfor­ma­to l’i­so­la in un luo­go di ispi­ra­zio­ne per mol­ti arti­sti e visi­ta­to­ri pro­ve­nien­ti da tut­to il mon­do. La sua arte, capa­ce di fon­de­re l’in­no­va­zio­ne tec­no­lo­gi­ca con la tra­di­zio­ne, ha por­ta­to Pan­tel­le­ria a esse­re cono­sciu­ta anche per il suo con­tri­bu­to alla cul­tu­ra contemporanea.

LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO D’ANCONA

Filip­po Pan­se­ca non era solo un arti­sta, ma un pan­tea­sco di ado­zio­ne. La sua arte e il suo spi­ri­to indo­mi­to han­no arric­chi­to il nostro ter­ri­to­rio e ci han­no inse­gna­to quan­to sia impor­tan­te il lega­me tra arte, natu­ra e innovazione.
Filip­po ha fat­to di Pan­tel­le­ria un pun­to di rife­ri­men­to per la cul­tu­ra, un ango­lo del mon­do dove la bel­lez­za non si fer­ma­va mai.
La sua scom­par­sa lascia un vuo­to pro­fon­do, ma la sua ere­di­tà con­ti­nua a vive­re attra­ver­so le sue ope­re, che reste­ran­no per sem­pre nel­la memo­ria col­let­ti­va di tut­ti noi.
A nome di tut­ta l’Am­mi­ni­stra­zio­ne Comu­na­le e del­la comu­ni­tà di Pan­tel­le­ria, espri­mia­mo il nostro più sen­ti­to cor­do­glio e sia­mo vici­ni alla sua fami­glia in que­sto momen­to di gran­de dolore.

Addio a un grande protagonista della cultura che ha dedicato sé stesso a Pantelleria

A Filippo Panseca: l’Artista riconquistato

Filip­po Pan­se­ca se n’è anda­to in un amen lascian­do­mi un sor­ri­so, un abbrac­cio e un dono pre­zio­so pochi gior­ni pri­ma dell’uscita di sce­na. È un pic­co­lis­si­mo libro che per gio­co o per umil­tà ha una coper­ti­na can­di­da con un tito­lo impe­gna­ti­vo che si leg­ge solo facen­do­lo incon­tra­re con un rag­gio di sole: L’ENERGIA RIVELA L’ARTE BIONICA POST-ANTROPOCENE. Me l’ha por­ta­to al Par­co, Filip­po, offren­do­mi l’omaggio al ruo­lo di Com­mis­sa­rio assun­to a sua insa­pu­ta insie­me a mezz’ora di alle­gria che cer­che­rò di con­ser­va­re con la leg­ge­rez­za che egli dedi­cò alla nostra vec­chia­ia. Era con­vin­to di stu­pir­mi con il suo “clas­se 1940”, l’ho stu­pi­to io rispon­den­do “1939, clas­se di ferro”.

Pri­ma di spie­ga­re – con le sue paro­le – l’ANTROPOCENE, vi dirò che il pic­co­lo pre­zio­so libro – pro­dot­to da Ezio Paga­no in Baghe­ria il 6 set­tem­bre ‘24, come fos­se ieri, diven­ta una com­me­mo­ra­zio­ne impre­vi­sta e un’eredità cul­tu­ra­le aggior­na­ta. Basta leg­ge­re il com­ples­so colo­phon che radu­na in una pagi­net­ta col­la­bo­ra­to­ri, esti­ma­to­ri, ami­ci, allie­vi. Insie­me alla sua fir­ma, in novan­tot­to pagi­net­te si espri­me innan­zi­tut­to Ezio Paga­no, diret­to­re del Museum di Baghe­ria, con un tito­lo ahi­mè divi­na­to­rio: “OH MY GOD! FILIPPO PANSECA”. Paga­no ha cura­to l’ultima mostra di Filip­po – “L’e­ner­gia rive­la l’ar­te Bio­ni­ca Post – Antro­po­ce­ne” - alle­sti­ta pres­so palaz­zo Galletti/Iguaggiato e pre­sen­ta l’artista con pochi cen­ni bio­gra­fi­ci che rive­la­no in det­ta­glio le sue qua­li­fi­che cul­tu­ra­li ma anche cer­te note per­so­na­li. “La cosa a cui tie­ne di più è la sua vec­chia ami­ci­zia con Bet­ti­no Cra­xi. È un arti­sta, ma anche inven­to­re, scien­zia­to, scia­ma­no, natu­ra­li­sta, spi­ri­tua­li­sta, cuo­co, con­ta­di­no e ami­co, nono­stan­te un cer­to impe­gno, come per esem­pio non con­trad­dir­lo. È un per­so­nag­gio uni­co che non smet­te mai di stu­pir­ci, tant’è che, nono­stan­te aves­se deci­so di non fare più mostre e io mi fos­si con­ge­da­to dal mer­ca­to dell’arte, ecco­ci qui. Sarà una mostra da vive­re in due tem­pi, seguen­do il mot­to di Pan­se­ca: « Arte è fare emer­ge­re l’invisibile osser­van­do il visi­bi­le». Con­di­vi­dia­mo anche l’Ego: lui dipin­ge per sé, per il mon­do vege­ta­le, ani­ma­le e uma­no, per la Natu­ra”. A pro­po­si­to di Natu­ra mi ave­va pro­mes­so un cadeau espres­si­vo per il Par­co, prov­ve­de­rò a ricor­dar­lo con un omag­gio al suo nome: un albe­ro o una pietra.

Ed ecco un perio­do del­le pagi­ne dedi­ca­te­gli da Achil­le Boni­to Oli­va: “Pit­tu­ra, scul­tu­ra, dise­gno, foto­gra­fia, desi­gn e archi­tet­tu­ra si intrec­cia­no nel­la pro­du­zio­ne di Filip­po Pan­se­ca, instal­la­zio­ni che pos­so­no sosta­re in qual­sia­si spa­zio, ma sen­za il peri­co­lo di una tota­le inte­gra­zio­ne…”. Valen­ti­no Catri­ca­là gli dedi­ca “Una nuo­va cata­li­si per una nuo­va arte: Bio­ni­ca posto-Antro­po­ce­ne”. Una pagi­na di Sara Bru­nel­lo “L’energia rive­la l’arte”. E infi­ne “Oltre l’Essere”, la dedi­ca orgo­glio­sa di Gior­gia, la figlia che com­pa­re fin da pic­co­lis­si­ma in tut­te le foto­gra­fie di Filip­po con vip d’ogni gene­re: arte, spet­ta­co­lo, poli­ti­ca. Qua­si tut­ti spa­ri­ti quan­do Cra­xi fug­gì a Ham­ma­met e il Garo­fa­no di Filip­po appas­sì. Sono anch’io orgo­glio­so di aver­gli dedi­ca­to – insie­me a Sal­va­to­re Gabrie­le di Pan­tel­le­ria Inter­net – il Pre­mio Pro­get­to da Pan­tel­le­ria l’11 ago­sto del 2010 al Castel­lo. Fu come il ritor­no di Filip­po dall’esilio. Il Poe­ta Riconquistato.

Ita­lo Cucci

L’ultima pagina di Filippo Panseca sulla Natura 

ARTE BIONICA POST-ANTROPOCENE
LA MATERIA COME ENERGIA
NATURALE E FOTOCATALITICA
“L’Antropocene – scri­ve Pan­se­ca – è l’attuale epo­ca geo­lo­gi­ca pro­po­sta, carat­te­riz­za­ta dall’impatto signi­fi­ca­ti­vo del­le atti­vi­tà uma­ne sul Pia­ne­ta. Il Post-Antro­po­ce­ne imma­gi­na un futu­ro in cui l’influenza uma­na è sta­ta radi­cal­men­te tra­sfor­ma­ta o diminuita”.
Nota: “Il ter­mi­ne Antro­po­ce­ne è sta­to conia­to, all’i­ni­zio del nuo­vo mil­len­nio, nel­l’am­bi­to del­le Scien­ze del­la Ter­ra, per indi­ca­re una fase geo­lo­gi­ca in cui, ter­mi­na­to l’O­lo­ce­ne, il suc­ces­si­vo perio­do si con­no­ta per l’as­so­lu­ta pre­va­len­za del­l’Uo­mo come agen­te for­ma­ti­vo del­le dina­mi­che di tra­sfor­ma­zio­ne del­la Terra”.

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