Il passito di Pantelleria a REPORT: arriva in tv la denuncia dei piccoli viticoltori panteschi in atto da anni
di Francesca Marrucci
Ieri mattina c’era un nuovo argomento a fomentare le chiacchiere da bar a Pantelleria. Un argomento ben noto agli isolani, che per esso scesero anche in piazza nel 2019 (qui le immagini della manifestazione in Piazza Cavour il 28 luglio 2029), ma che negli anni ha trovato sempre ostracismo e ignavia presso quanti, nelle alte sfere, avrebbero dovuto dare risposte.
Si tratta della questione Passito di Pantelleria, ovviamente, e della denuncia che i piccoli viticoltori panteschi portano avanti con coraggio e orgoglio da anni, combattendo contro i mulini a vento.
Per la prima volta, ieri, questa denuncia è arrivata all’audience nazionale in una delle trasmissioni più serie, coraggiose e importanti del nostro Paese: Report.
Non è una questione di invidie personali
Cerchiamo di essere chiari, per onestà, chiunque sull’isola sa che non si tratta di una questione di livori personali o piccole invidie come qualche prezzolato giornale nazionale ha voluto insinuare, ma una questione di sopravvivenza di quella che è una centenaria cultura e coltura isolana che da anni viene sfruttata nel nome, ma che non ha mai visto un’effettiva valorizzazione nelle sue caratteristiche chiave.
La viticoltura eroica: coraggio e sacrificio
Eh sì, perché il passito che in genere si trova sugli scaffali dei supermercati a poco prezzo non è proprio uguale al passito che si può acquistare (e farsi anche spedire in tutto il mondo) dai produttori isolani che ancora conservano con sacrificio e coraggio la coltura eroica della vite ad alberello, una coltura durissima, fatta a mano, piegati, perché le viti ad alberello sono alte solo una quarantina di centimetri per essere protette dal vento e non a caso essa stessa, la coltura eroica della vite ad alberello pantesca, Patrimonio dell’Unesco.
La differenza tra i due passiti c’è, e non solo nel prezzo, come ci spiega bene Report
Non è un caso che in questo articolo compaia tante volte la parola ‘coraggio’. Ci vuole coraggio a denunciare questa situazione e portare avanti una tradizione d’eccellenza che comporta tanti sacrifici e certamente introiti ben diversi da quelli delle grandi produzioni e senza alcun aiuto. Eroi sono i piccoli viticoltori panteschi a non mollare e continuare a tenere la testa alta, anche per quelli che sono d’accordo, ma hanno troppo timore per parlare.
E adesso?
Ieri mattina i panteschi, che hanno seguito la trasmissione grazie ad un tamtam di messaggi che giravano per l’isola già dal giorno prima della trasmissione, si chiedevano: e adesso?
Bella domanda, alla quale è difficile dare una risposta. Già ieri una serie di testate nazionali ‘ben educate’ facevano uscire i loro strali contro Ranucci, Report e il giornalista che ha curato il servizio, con argomentazioni che sfiorano l’offesa personale e ben lontane dal portare efficaci controprove a quanto affermato e filmato dalla trasmissione.
Difficile dire se stavolta qualcuno si occuperà di ascoltare chi, con sacrificio e coraggio, porta avanti un prodotto che rischia l’estinzione nella sua autenticità. Sarà importante non lasciare soli questi coltivatori eroici, perché questa questione trovi una soluzione che venga incontro a tutte le parti, certamente, ma parimenti non umili nessuno e valorizzi e garantisca l’unicità di una coltivazione tanto preziosa da meritare il riconoscimento di patrimonio dell’umanità.
LINK ALLA TRASMISSIONE REPORT SUL PASSITO DI PANTELLERIA:
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
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