Metti una sera a Palermo ad ascoltare Ludovica Franco in concerto…

Metti una sera a Palermo ad ascoltare Ludovica Franco in concerto…

17/02/2025 0 Di Lucia Boldi

Un gruppo di panteschi e il nostro giornale hanno seguito Ludovica Franco che si è esibita ieri a Palermo nell’opera di Camille Saint-Saëns. Ecco il resoconto di un concerto emozionante e che ha riscosso un enorme successo

di Lucia Boldi

Una pic­co­la caro­va­na di pan­te­schi è a Paler­mo per applau­di­re Ludo­vi­ca Fran­co, la gio­va­ne pia­ni­sta di Pan­tel­le­ria, che si è esi­bi­ta ieri sera, al Tea­tro Poli­tea­ma Gari­bal­di con “Le car­na­val des ani­maux“ di Camil­le Saint-Saëns.

Sedu­ti nel­le pol­tro­ne di vel­lu­to ros­so c’e­ra­no sono i geni­to­ri, il fra­tel­lo, l’amatissima non­na Cate­ri­na, l’amica del cuo­re Lau­ra, gran­de soste­ni­tri­ce in deci­ne di con­cer­ti, e poi alcu­ni ami­ci di famiglia.

Ludo­vi­ca era splen­di­da nel suo abi­to lun­go di lurex blu, emo­zio­na­ta e un po’ tesa, ele­gan­te e misu­ra­ta, diver­sa dal­la Ludo­vi­ca ver­sio­ne “esta­te pan­te­sca”, con la qua­le ci è capi­ta­to spes­so di gio­ca­re nei tor­nei di Bur­ra­co dell’isola.

Ludovica Franco

Ludo­vi­ca Franco

“Cono­sce­te un basti­men­to che per mare va con­ten­to, pie­no di ogni ani­ma­le e di alle­gro Carnevale?
For­se voi dire­te che è… la gran­de Arca di Noè.
Io vi dico che è una nave d’allegria,
la più paz­za che ci sia, pro­prio pri­va di “buon sens” È la nave di Saint-Saëns!”

È ini­zia­ta così la super­ba nar­ra­zio­ne di Edoar­do Sira­vo, men­tre il diret­to­re d’orchestra Lui­gi Sol­li­ma dava l’avvio con la sua bac­chet­ta ai musi­ci­sti del Con­ser­va­to­rio Ales­san­dro Scar­lat­ti di Palermo.
Vio­li­ni, vio­le e vio­lon­cel­li, con­trab­bas­si, flau­ti e cla­ri­net­ti, insie­me ai due pia­no­for­ti di Ludo­vi­ca Fran­co e di Cosi­mo Petra­ro­li, si sono lan­cia­ti in andan­ti mae­sto­si alter­na­ti ad alle­gri mode­ra­ti, e poi anco­ra, con vir­tuo­si­smi tec­ni­ci ed effet­ti sono­ri in alle­gret­ti pom­po­si e andan­ti­ni graziosi.

I pia­no­for­ti han­no suo­na­to un pre­sto furio­so e le mani di Ludo­vi­ca dan­za­va­no ora leg­ge­re sui tasti, ora impe­tuo­se come l’onda che si infran­ge sugli sco­gli del­la sua Pan­tel­le­ria; un atti­mo sfio­ra­va­no l’avorio con gra­zia e l’attimo dopo si lan­cia­va­no in “glis­san­do” furio­si. Ludo­vi­ca incli­na­va spes­so il capo e il busto, come per­sa in un dia­lo­go segre­to con la musica.
Gli applau­si arri­va­va­no fra­go­ro­si e quan­do anche l’ultima nota del fina­le è sva­ni­ta nell’aria, sem­bra­va qua­si fos­se rima­sto un filo d’oro sospe­so tra il pal­co e il cuo­re di chi ha ascol­ta­to. Tut­ti mol­to bra­vi, tut­ti mol­to gio­va­ni e già così appas­sio­na­ti. Ludo­vi­ca ha salu­ta­to con un inchi­no, insie­me agli altri com­po­nen­ti dell’orchestra, men­tre il pub­bli­co con­ti­nua­va ad applaudire.

Ludovica Franco

Ludo­vi­ca Franco

Sia­mo anda­ti die­tro le quin­te del tea­tro per com­pli­men­tar­ci con lei per la magni­fi­ca per­for­man­ce e ci ha rac­con­ta­to che ave­va appe­na quat­tro anni quan­do, sedu­ta sul­la sua sedio­li­na gial­la, ascol­ta­va rapi­ta la madre (Leti­zia Stup­pa) che le impar­ti­va le pri­me lezio­ni. Poi, fre­quen­tan­do il Con­ser­va­to­rio (il Con­ser­va­to­rio Ales­san­dro Scar­lat­ti di Paler­mo) ha capi­to che la musi­ca clas­si­ca era la sua pas­sio­ne e il pia­no­for­te lo stru­men­to elet­to. La non­na pater­na Pina le ha rega­la­to il suo pri­mo pia­no­for­te a coda, un Essex del­la Stei­n­way, che l’aspetta silen­zio­so nel­la sua casa di Pan­tel­le­ria e pren­de vita quan­do lei ritor­na sull’isola.

L’amore per il pro­prio pia­no­for­te è un lega­me pro­fon­do, che va ben oltre la sem­pli­ce ese­cu­zio­ne musi­ca­le; è un inte­sa costrui­ta nel tem­po, fat­ta anche di momen­ti di abban­do­no e altri di lot­ta, qua­si un vec­chio ami­co che sem­bra capir­ti meglio di chiun­que altro.

Qual è il tuo sogno più grande come pianista?

“Voglio vive­re di musi­ca e per la musi­ca. Amo suo­na­re: fare con­cer­ti è un qual­co­sa che mi appas­sio­na e allo stes­so tem­po mi diver­te mol­to, soprat­tut­to insie­me ad altri stru­men­ti: pre­fe­ri­sco il came­ri­smo al soli­smo. Pur con­ti­nuan­do sem­pre a suo­na­re per il pub­bli­co, mi pia­ce­reb­be inse­gna­re musi­ca ai bam­bi­ni, ma anche a chi la musi­ca la ama già, quin­di nei Conservatori.”

I tuoi progetti futuri?

“Ad apri­le pren­de­rò la lau­rea al Con­ser­va­to­rio, e con­ti­nue­rò i miei stu­di all’Accademia Inter­na­zio­na­le di Imo­la, dove sono già all’ultimo anno. Dopo, ten­te­rò l’ammissione anche in qual­che acca­de­mia este­ra. Inol­tre, ho appe­na ini­zia­to un per­cor­so pia­ni­sti­co nuo­vo con un mae­stro di Reg­gio Emi­lia, Mar­cel­lo Maz­zo­ni e pen­so di par­te­ci­pa­re a vari con­cor­si. E poi si vedrà.”

Sor­ri­de, anco­ra emo­zio­na­ta per l’esecuzione appe­na ter­mi­na­ta, feli­ce per aver potu­to esi­bir­si in que­sto magni­fi­co tea­tro di fine ‘800, soste­nu­ta dal­la fami­glia e dagli ami­ci che han­no lascia­to Pan­tel­le­ria per gioi­re con lei del suc­ces­so. “Ades­so una piz­za tut­ti insie­me e poi un giro fra i loca­li­ni di Palermo.Tengo in par­ti­co­lar modo a rin­gra­zia­re Dona­tel­la Sol­li­ma, orga­niz­za­tri­ce di even­ti dell’associazione Ami­ci del­la Musi­ca per­chè che dà a tan­ti gio­va­ni la pos­si­bi­li­tà di emer­ge­re.” affer­ma Ludo­vi­ca men­tre ci salutiamo.

Ludovica, riusciremo a batterti questa estate a burraco?

“Que­sto mi sem­bra mol­to dif­fi­ci­le – affer­ma riden­do – l’unica chan­ce è gio­ca­re con me e non con­tro di me!”
Ha le idee chia­re que­sta ragazza.