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Le maree dell’anima: le atmosfere di Pantelleria in una poesia

Torna la rubrica di poesia con un componimento della nostra Giusy Andaloro sulle atmosfere suggestive di Pantelleria

Le maree dell’anima

Mi lascio cullare,
den­tro il ven­tre dell’acqua,
madre liqui­da e silenziosa
che scio­glie le mie paure
nel­le sue cor­ren­ti di smeraldo.

Tanit mi veglia,
mi sfio­ra con mani d’ombra e luce,
sus­sur­ra paro­le antiche
che san­no di sale e miele,
di infi­ni­te not­ti stellate
e giar­di­ni pan­te­schi segreti.

Al cen­tro del lago mi fermo,
ascol­to il bat­ti­to del sole
che sci­vo­la sull’onda benevola
e incen­dia il dam­mu­so addormentato.

Le pal­me tre­ma­no nel vento,
come ciglia socchiuse
sul sogno di un dio dimenticato.

Nuvo­le erran­ti scri­vo­no poesie
nel cie­lo che sa d’Africa,
uccel­li migran­ti mi parlano
in lin­gue che non conosco,
ma che rico­no­sco nel cuore,
eco di ter­re mai viste,
nostal­gia di un altro­ve che mi chiama.

A mar­zo mi spo­glio del passato,
la mia pel­le cade nell’acqua
come un fram­men­to di luna.

Rina­sco.

Sono pesce, sire­na, vento.
Sono il respi­ro del­la metamorfosi
che si com­pie, silenziosa,
tra le brac­cia del mare.

Giu­sy Andaloro

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