Questione insegnanti Pantelleria: intervista ad Adele Pineda

Questione insegnanti Pantelleria: intervista ad Adele Pineda

25/03/2025 0 Di Francesca Marrucci

Sulla situazione degli insegnanti di Pantelleria, penalizzati nel poter accedere ai percorsi abilitativi, abbiamo sentito il parere di Adele Pineda, non solo Assessore all’Istruzione del Comune di Pantelleria, ma anche insegnante sull’isola: “Faccio un appello al Ministro Valditara per una soluzione a questa situazione:”

di Fran­ce­sca Marrucci

Il nostro pez­zo sul­la que­stio­ne degli inse­gnan­ti di Pan­tel­le­ria pena­liz­za­ti dal­l’at­tua­le nor­ma­ti­va ha avu­to tan­tis­si­mo riscon­tro e la nostra pro­mes­sa alla cate­go­ria è sta­ta quel­la di con­ti­nua­re a tene­re alta l’at­ten­zio­ne su quel­lo che è un pro­ble­ma enor­me per tan­ti lavo­ra­to­ri e tan­te fami­glie iso­la­ne e non solo.

A que­sto pro­po­si­to abbia­mo inter­vi­sta­to l’As­ses­so­re all’I­stru­zio­ne Ade­le Pine­da che è anch’es­sa un’in­se­gnan­te e cono­sce la que­stio­ne in modo approfondito.

Assessore, ha letto la denuncia dei professori isolani che abbiamo pubblicato?

Sì, e non ho pro­ble­mi a dire che ave­vo pre­so car­ta e pen­na e vole­vo met­te­re giù qual­co­sa a que­sto pro­po­si­to, per­ché è un tema che sen­to mol­to, non solo dal pun­to di vista pro­fes­sio­na­le, ma anche per­so­na­le. Ho due figlie al Nord che han­no pro­ble­mi ana­lo­ghi, la situa­zio­ne è assur­da in tut­ta Ita­lia, ma logi­ca­men­te a Pan­tel­le­ria è anco­ra peggiore.

Può spiegare a chi non ha seguito la vicenda, qual è l’oggetto della denuncia?

La situa­zio­ne per gli inse­gnan­ti ita­lia­ni che devo­no abi­li­tar­si è dav­ve­ro gra­ve con le nuo­ve nor­me. Per poter lavo­ra­re ed esse­re abi­li­ta­ti all’in­se­gna­men­to, infat­ti, non basta­no più i tito­li e l’e­spe­rien­za lavo­ra­ti­va, come una vol­ta, ma si è obbli­ga­ti a segui­re que­sti per­cor­si abi­li­tan­ti, metà dei qua­li si pos­so­no fre­quen­ta­re onli­ne e metà si devo­no fre­quen­ta­re in presenza.

Detta così non sembrerebbe negativa…

Già, ma biso­gna dir­la tut­ta. Innan­zi tut­to, i posti a dispo­si­zio­ne per que­sti cor­si sono limi­ta­ti in ogni regio­ne e i cor­si sono effet­tua­ti da enti e uni­ver­si­tà auto­riz­za­ti dal Mini­ste­ro. Quin­di, chi non rie­sce ad entrar­ci, rima­ne esclu­so e deve aspet­ta­re il ban­do suc­ces­si­vo, e que­sto signi­fi­ca che nel frat­tem­po chi ha potu­to inve­ce fre­quen­ta­re, acqui­si­rà pun­teg­gio e cre­di­ti, supe­ran­do­lo in graduatoria.

Poi, biso­gna met­te­re il costo di que­sti per­cor­si abi­li­tan­ti. Par­lia­mo di cir­ca 2.000€, di cui 150,00€ cir­ca per la pre­i­scri­zio­ne che saran­no per­si anche se non si rien­tra tra i for­tu­na­ti che potran­no fre­quen­ta­re. E se si è tra quel­li che potran­no fre­quen­ta­re, ci si deve sob­bar­ca­re anche dei costi per anda­re a fare il cor­so in pre­sen­za dove si è asse­gna­ti, per­ché non si ten­go­no ovun­que. Oltre al dan­no, la beffa.

Sap­pia­mo bene qual è lo sti­pen­dio di un inse­gnan­te. Se ci met­tia­mo che qua­si sem­pre si inse­gna lon­ta­no da casa, i costi dei mez­zi, spes­so del­lo stes­so allog­gio, per un pre­ca­rio si sta pre­ten­den­do più che un sacri­fi­cio. Per gli inse­gnan­ti pan­te­schi ci sono anche le spe­se di volo e soggiorno!

E senza l’assicurazione di avere un posto…

Infat­ti! Alme­no fos­se un inve­sti­men­to per poi ave­re un posto di lavo­ro, ma no, per­ché i cor­si sono obbli­ga­to­ri per ave­re dei cre­di­ti, ma non è det­to che basti­no per otte­ne­re una cat­te­dra. E se uno non rien­tra nel­la gra­dua­to­ria del­l’En­te a cui si è iscrit­to, non può poi iscri­ver­si ad un altro. 

Peggiore è la situazione degli insegnanti panteschi, che se riescono ad accedere ai corsi, sono costretti a lunghi soggiorni in Sicilia a spese proprie durante i fine settimana, con il pericolo anche di non tornare poi in tempo per fare lezione.

Nel caso di Pan­tel­le­ria, mi chie­do seria­men­te come faran­no i miei col­le­ghi. Non mi pare pro­prio che in que­sto modo si stia­no dan­do le stes­se pos­si­bi­li­tà a tut­ti di acce­de­re a que­sti cor­si e di con­se­guen­za ai posti di lavo­ro. Non si è tenu­to con­to di quel­la che è la vita quo­ti­dia­na di un inse­gnan­te. La situa­zio­ne è la stes­sa in tut­ta Ita­lia, anche se a Pan­tel­le­ria assu­me toni dav­ve­ro dram­ma­ti­ci. Tra l’al­tro, vor­rei anche sot­to­li­nea­re che se si può par­te­ci­pa­re una clas­se di con­cor­so alla vol­ta, ridu­cen­do anco­ra di più le pos­si­bi­li­tà di riu­sci­ta e le alternative.

È pazzesco che a fronte degli allarmi degli anni passati, in specie in Sicilia, per mancanza di insegnanti sia di sostegno che in alcune discipline come matematica, scienze e fisica, invece di facilitare il reclutamento, in pratica si creano nuove difficoltà.

Sì, dav­ve­ro sen­za sen­so. Vor­rei fare un appel­lo al Mini­stro Giu­sep­pe Val­di­ta­ra che met­ta mano a que­sta situa­zio­ne e tro­vi una solu­zio­ne che non discri­mi­ni e pena­liz­zi la cate­go­ria, soprat­tut­to in luo­ghi disa­gia­ti come le iso­le e Pan­tel­le­ria. Maga­ri si potes­se­ro ripri­sti­na­re i con­cor­si come qual­che anno fa, facen­do­li funzionare!

I con­cor­si era­no a costo zero e per­met­te­va­no a tut­ti di acce­de­re alle cat­te­dre per meri­to. Ades­so, se hai i sol­di, hai una pos­si­bi­li­tà, altri­men­ti nien­te. Ma dov’è il discor­so del­la qua­li­tà e del­le capa­ci­tà neces­sa­rie all’in­se­gna­men­to? Pen­so che si stia leden­do un dirit­to impor­tan­te, non solo degli inse­gnan­ti, ma anche del­le fami­glie, di ave­re un’i­stru­zio­ne di qualità.

In tanti rinunciano perché non hanno la possibilità materiale di partecipare a questi corsi, in specie qui a Pantelleria. L’Unipant sta cercando una soluzione con la convenzione con un Ente accreditato, ma per questo bando il treno è ormai passato. Come potranno recuperare questa penalizzazione gli insegnanti isolani?

Sì, mol­ti col­le­ghi alla fine rinun­cia­no per­ché il gio­co non vale la can­de­la. Non è det­to che al pros­si­mo ban­do saran­no anco­ra dispo­ni­bi­li e maga­ri non avran­no più la cat­te­dra. Que­sto è ingiu­sto, per­ché dob­bia­mo ricor­da­re che è anche gra­zie ai pre­ca­ri che le scuo­le ita­lia­ne con­ti­nua­no ad esse­re aper­te e con­ti­nua­no ad offri­re istru­zio­ne, cul­tu­ra, aggre­ga­zio­ne e socializzazione.

Tut­ta la mia soli­da­rie­tà ai col­le­ghi pan­te­schi, quin­di, e spe­ro che il Mini­stro ascol­ti il nostro appello.