Anselmo Consolo, inizia, come annunciato nei giorni scorsi, a curare una sua rubrica su Pantelleria…
Oltre l’avamposto più lontano: un viaggio nella bellezza che ci circonda di Anselmo Consolo
07/12/2019Un viaggio oltre i confini del pianeta e della galassia, oltre l’universo, andata e ritorno. Un appassionante racconto di Anselmo Consolo che ci ricorda della bellezza che ci circonda.
di Anselmo Consolo
Avamposto agli Umani di Terra Madre!
Se siete pronti a breve si partirà verso nuovi orizzonti, mettetevi comodi. Per un po’, se volete viaggerete con me… il vascello è in perfette condizioni, i sistemi rispondono, 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1, si parte…(0)
Siamo già ad alta quota, guardate fuori, abbiamo superato l’atmosfera, vedete la terra vista da qui? Non è meravigliosa? Sembra una bellissima Dea raccolta al suo prodigioso grembo. È proprio meravigliosa! Qualcuno non la vede ancora? È proprio lì! Davanti ai vostri occhi! Faccio un’altra virata. Vedete questa bellissima Dea? È la nostra madre, è la nostra casa.
Guardate! La chiamano anche il Pianeta Azzurro!
Molti asseriscono che non ne esiste un altro simile, nel raggio di milioni di anni luce intorno a noi. Allontaniamoci ancora un po’… a questa distanza, la nostra Terra sembra una perla rara, azzurra, da raccogliere e custodire per un attimo tra le mani e lasciarsela brillare davanti agli occhi. Ammirate questa perla! È la nostra madre, è la nostra casa.
Galleggia in equilibrio perfetto nel suo sistema, nel vuoto cosmico.
Proviamo ad allontanarci ancora… superiamo il sistema solare. Riuscite a vedere? Vedete quel piccolissimo puntino azzurro, surclassato dalla luminosità della sua stella? Ora si confonde tra le migliaia di stelle, ma è proprio lì, sempre di fronte a noi.
La scienza dice che quel puntino ruota su se stesso a circa 1.670 chilometri orari e orbita attorno alla sua stella, il sole a circa 108.000 Km/h. Il sistema solare a sua volta orbita insieme alla propria galassia (la Via Lattea) in una spirale cosmica, attorno ad un enorme buco nero a circa 792.000 km/h. L’universo si espande ad una velocità di migliaia di migliaia di chilometri al secondo, da un ipotetico centro dal quale tutto pare, sia iniziato, questo centro, quest’origine di infinito come sappiamo per convenzione viene chiamato Big Bang.
In questo universo infinito, tra forze portentose e misteriose si forgiano e creano le galassie, le stelle, i pianeti, i buchi neri, le nebulose, i quasar, i lampi gamma, i fotoni, gli atomi e miriadi di altre stranezze… Ricordate ancora quel flebile puntino? Quel puntino lontanissimo è la nostra madre, è la nostra casa.
Continuiamo il nostro viaggio.
Adesso la terra non si vede nemmeno più, è sparita anche la luce del sole, la nostra magnifica galassia l’abbiamo persa in un ultimo impercettibile scintillio. Spingiamoci ancora oltre a velocità pensiero, verso l’ignoto, proviamo a dirigerci verso i confini dell’universo conosciuto. È questa la nostra meta, non temete, ho inserito le coordinate per il ritorno…
Vedete laggiù, quel bagliore impercettibile che ci siamo lasciati alle spalle? Quella è la galassia più lontana dalla Terra che i telescopi più potenti hanno potuto osservare, gli astronomi l’hanno battezzata: MACS0647-JD. Io preferisco chiamarla l’ultimo avamposto. Si suppone che la sua luce per arrivare agli osservatori della Terra, abbia viaggiato per 13,3 miliardi di anni luce, quasi l’età stimata del nostro universo, che risulterebbe secondo i calcoli, di circa 13,8 miliardi di anni luce. Pensate, ciò potrebbe significare che questa galassia si sia formata quando l’universo era ancora bambino, non aveva compiuto nemmeno 500 milioni di anni luce.
Scopriamo cosa impera oltre la radiazione cosmica di fondo, foriamo il sipario temporale, oltre il limite del non ancora creato.
Adesso perfino la luce del nostro Universo ci sta abbandonando.
Le immense ali nere della notte ci avviluppano.
Umani di terra madre! Siamo infine giunti alla nostra destinazione, arresto i motori, la meta è raggiunta. Il nostro potente faro a prua del nostro vascello sta per arrendersi al denso nero che tutto avvolge… non abbiate paura del buio, siamo nel suo territorio, qui non riceviamo più il supporto della familiare luce delle stelle che sempre ci conforta.
A breve saremo preda dell’oscurità più totale. È già da un po’ che ci stiamo cadendo dentro. Restate calmi. Tenete cara la vostra coscienza. Abbandonatevi con fiducia al notturno abisso. Qui il nulla regna sovrano. Ecco puntuale il suo alfiere più fedele, l’oscurità che abborda e fagocita ogni cosa all’interno del nostro abitacolo. Le luci del quadrante di controllo una dietro l’altra si spengono tutte, la carlinga sotto i nostri piedi morsicata da dilaganti macchie nere cessa di esistere. Il nulla si arrampica sul nostro corpo, gambe, braccia, busto, collo, occhi, ci sommerge. Non fate resistenza. Abbiate fiducia.
Adesso siamo sospesi nel denso nero che tutto avvolge, siamo incorporee coscienze fluttuanti nel vuoto, l’antimaterico setaccio ha scarificato i nostri sensi; vista, udito, tatto, olfatto, gusto.
Attendiamo, non importa se minuti o eoni, il tempo qui non esiste, il suo giogo ha perso l’atavica presa. Aspettiamo come si aspetta in un luogo senza tempo, scopriamo cosa accade. Attendiamo…
Attendiamo…
(0) brano consigliato per la lettura. https://www.youtube.com/watch?v=OkQlrIQhUMQ
Sono un individuo in perenne ricerca di tutto, nel tutto.
L’amore lo trovai senza compiere alcuno sforzo, nato in casa, quando mi ritrovai tra le braccia di mia madre, che mi proteggeva e mi nutriva.
Già allora sentii di trovarmi nel luogo giusto e negli stadi successivi della mia esistenza sono stato sempre più grato alla vita, per come mi ha donato l’amore in ogni sua sfumatura, anche quando, talvolta non risparmiava sul dolore.
Crescendo, l’amore per gli animali, per la natura fu una costante compagnia e rifugio, mentre il richiamo della libertà diveniva troppo forte, un vento avvolgente che mi trascinava verso una ricerca forsennata e mi proiettava naturalmente a vivere tante esperienze.
E cercando di conoscere come meglio poter camminare sulla terra, successivamente imparai anche a volare e ad entrare ed uscire più facilmente da ogni possibile labirinto interiore.
Credo di poter affermare di protendere verso una crescente libertà interiore.
Oggi, invece, scrivo queste parole, come uno dei tanti che è ancora alla ricerca della felicità, nonostante abbia potuto gioire di mille cose, di ogni bellezza e dono dell’esistenza, non riesce ancora ad essere felice…