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Pantelleria. Antonio Terrone, nuovo comandante della Capitaneria: ‘Facciamo squadra’
19/06/2020di Flavio Silvia
In occasione del cambio di comando della capitaneria di porto di Pantelleria, abbiamo intervistato il nuovo T.V. Antonio Terrone. Abbiamo parlato con il comandante Terrone per pochi minuti, minuti che però ci hanno fatto comprendere quanto tenga veramente al proprio lavoro ed ai valori di questa professione, che lui stesso ha definito “nobile”. Il comandante Terrone è sicuramente una persona molto preparata, da buon “professionista del mare”. La scelta, da molti considerata coraggiosa, di venire volontariamente in quest’isola, speriamo lo stimolerà dal punto di vista professionale e umano.
Lei ha scelto volontariamente di venire a Pantelleria. Una scelta che lusinga l’isola. Che cosa l’ha spinta a trasferirsi qui?
Alla base della mia decisione è stata dettata dal fatto che mi aspetto da Pantelleria un arricchimento professionale. quindi ringrazio il comando generale per aver accolto la mia richiesta. In più, ad accompagnarmi in questa nuova avventura c’è la mia famiglia. Quindi dopo anni di “tranquillità adriatica” dal punto di vista lavorativo e avendo fatto un’esperienza a Lampedusa d’imbarco su Nave Diciotti, mi aspetto un altrettanto ritmo lavorativo da Pantelleria. Oltre anche al fatto che vivere in un’isola è affascinante ed intrigante. Sono alla ricerca di questo e credo che Pantelleria me lo possa dare. Ci sono tutte le carte per vivere una bellissima esperienza.
In base alle sue esperienza professionali, cosa si aspetta da Pantelleria?
Essendo la mia prima esperienza di comando non nascondo che provo un po’ di timore. È un timore positivo però, quello che in qualche modo ti pone l’attenzione e ti porta all’attenzione su ogni singolo argomento da trattare non è una paura che sta in chi non sa come comportarsi o cosa fare, anche perché sono estremamente convinto che al mio fianco c’è un equipaggio fenomenale, l’ho già testato nei primi giorni della mia permanenza nell’isola. Ho già avuto la possibilità di conoscere i miei 41 compagni di viaggio della Guardia Costiera di Pantelleria. Per quanto riguarda il mio excursus professionale penso di avere comunque dalla mia un bagaglio culturale, non dico esaustivo, perché credo che non si smetta mai di imparare, però un buon punto di partenza sul quale formare il bagaglio professionale che sicuramente Pantelleria arricchirà ulteriormente.
Qual è la parola d’ordine sulla quale porrà le basi della sua esperienza di comando?
Il dialogo sarà sicuramente tra le parole chiave che mi porterò in questo periodo, che mi aspetto estremamente intenso. Anche se non vorrei limitarmi solamente al dialogo, farò sicuramente tesoro di un’altra parola che è la collaborazione. Collaborazione che arriva sicuramente dal personale interno alla Capitaneria col quale instaurerò fin da subito un rapporto schietto e diretto. Ma mi aspetto la collaborazione e sarò io pronto a darla naturalmente, anche con gli isolani. Penso che insieme ai panteschi possiamo creare una squadra unica con la quale portare avanti tanti obbiettivi. Dobbiamo farlo tutti insieme, formando una squadra.
Che emozione ha provato a vedere per la prima volta lo skyline dell’isola?
Il primo impatto con l’isola non è stato quello classico di chi arriva su un’isola e si sente mancare la terraferma o si sente spaesato. Tutt’altro. Quello che pensavo prima di arrivare qui nell’isola è stato in qualche modo confermato. La prima cosa che mi ha colpito è stata l’accoglienza sulla banchina senza avermi mai visto, alcuni isolani mi hanno riconosciuto. L’accoglienza al momento dell’attracco in porto è stata sicuramente la prima cosa che porterò come ricordo di Pantelleria. È stato sorprendente.
Qual è l’esperienza professionale che l’ha segnata di più?
Di esperienze professionali ce ne sono state tante. Una su tutte è sicuramente avvenuta a Pescara negli ultimi anni all’operativa. Si tratta del salvataggio di un pescatore professionale che abbiamo ritrovato vivo in mare dopo 30 ore, durante il periodo autunnale, quindi in un clima del tutto favorevole. Quando entri nel merito delle ricerche, ti fai coinvolgere in pieno. Questa è una professione nella quale si deve mettere anche il cuore. Trovare una persona viva dopo 30 ore, quando in qualche modo la senti ormai parte di te, parlando con i parenti che sono in apprensione come te, è qualcosa di estremamente gratificante dal punto di vista professionale, ma soprattutto emozionale. Ormai è diventato un fatto parte di te.
Al suo equipaggio ed ai panteschi stessi cosa si sente di dire in questo momento?
Facciamo squadra e non dobbiamo aver paura di superare ogni difficoltà insieme.
Non ci resta che augurare al comandante Terrone e alla famiglia una buona permanenza nell’isola. Siamo sicuri che i panteschi, con il loro solito calore, sapranno accoglierlo a braccia aperte e farlo sentire a casa.
Sono il corrispondente di Punto a Capo per la Regione Sicilia, in particolare, per l‘isola di Pantelleria. Affronto le maggiori tematiche riguardanti il mio territorio, portando le notizie siciliane anche fuori dall’isola.
Cerco di trasmettere tramite i miei articoli la mia passione per la scrittura che sempre mi ha distinto e che oggi è arrivata anche a diventare metodo per la diffusione di notizie. Sono molto legato al mio territorio, questo è quello che mi porta a scrivere; oltre anche, sicuramente, alla passione che provo nei confronti delle tematiche che tratto.
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È la mia prima esperienza in un giornale, cerco di scrivere le notizie in modo tale da render interessante il tutto e condendolo con un pizzico di senso critico, per appassionare il lettore alla lettura dei miei articoli, trasmettendo la passione che metto nel scrivere i pezzi.