Pantelleria: l’Assessora Marrucci risponde alle lettere delle ‘anonime signore’

Pantelleria: l’Assessora Marrucci risponde alle lettere delle ‘anonime signore’

26/04/2021 0 Di Redazione

In questa settimana sono state pubblicate due lettere anonime (firmate da soli nomi di battesimo) da parte di ‘donne pantesche’ che si sono dette ‘offese’ dalle dichiarazioni dell’Assessora Marrucci, rese in un video di 15 secondi, estratto della conferenza sull’occupazione femminile durata 2h45.

Precisiamo che le lettere non sono state inviate alla nostra testata, probabilmente perché il Direttore Editoriale è la stessa assessora e perché avremmo potuto identificare da chi provenivano, vanificando l’intento di mantenere l’anonimato.

Pubblichiamo comunque la risposta dell’Assessora, non solo per dovere di cronaca, ma anche perché, a prescindere dalle accuse e le delazioni anonime, vengono spiegate situazioni, dati e azioni che danno un quadro della situazione femminile a Pantelleria sulla base dei dati statistici e non dalle opinioni di singoli individui.

Gen­ti­le Direttore,

ho let­to due let­te­re ano­ni­me in que­sti gior­ni con­tro di me e sono rima­sta ester­re­fat­ta. Mai, in tan­ti anni di gior­na­li­smo, poli­ti­ca, sin­da­ca­to e socia­le (quel­lo vero, tra la gen­te, non die­tro la tastie­ra di un pc), mai mi era capi­ta­to di sen­ti­re che qual­cu­no si fos­se offe­so per­ché mi sono chia­ra­men­te schie­ra­ta a suo favore.

Io le mie bat­ta­glie, e non solo a favo­re del­le don­ne, le ho sem­pre fat­te met­ten­do­ci fac­cia e nome e cogno­me, a testa alta.

Con­ti­nuo a far­le alla stes­sa maniera.

Pur­trop­po, devo con­sta­ta­re anco­ra una vol­ta, inve­ce, che chi ha l’abitudine di tro­va­re ogni scu­sa per attac­ca­re l’amministrazione, anche le più para­dos­sa­li come que­sta, lo fa nascon­den­do­si con codar­dia die­tro l’anonimato di nomi comu­ni, non iden­ti­fi­ca­bi­li e i social ci han­no inse­gna­to bene che die­tro l’anonimato si può nascon­de­re di tutto.

Non per chi si van­ta del suo orgo­glio pan­te­sco e poi non ha nem­me­no il corag­gio di met­ter­ci la fac­cia che rispon­do alle ‘ano­ni­me signo­re’, ma per­ché mi offro­no un otti­mo spun­to per par­la­re di quel­la che è la ‘vera real­tà’ di Pan­tel­le­ria, come han­no inte­so sot­to­li­nea­re, e quel­la che è inve­ce la per­ce­zio­ne per­be­ni­sta di chi non ha con­tez­za di ciò che suc­ce­de dav­ve­ro nell’isola o che pre­fe­ri­sce ignorarlo.

La real­tà del­le cose non si fa con le impres­sio­ni o le opi­nio­ni personali.

La real­tà del­le cose non si fa basan­do­si su quel­la che è la pro­pria con­di­zio­ne e del­le amiche.

La real­tà di Pan­tel­le­ria la fan­no i nume­ri e i fatti.

Pre­met­to che mi pare chia­ro che le ‘ano­ni­me signo­re’ che scri­vo­no non abbia­no visto che gli ulti­mi 15 secon­di di una video­con­fe­ren­za arti­co­la­ta sul lavo­ro fem­mi­ni­le dura­ta 2 ore e 45 minu­ti. Que­gli ulti­mi 15 secon­di che, anco­ra una vol­ta, qual­cu­no che evi­den­te­men­te ha poco altro da fare, ha pen­sa­to bene di estra­po­la­re e man­da­re in giro sem­pre di nasco­sto, vigliac­ca­men­te, nel­le varie chat pri­va­te, soste­nen­do che io abbia offe­so le don­ne pantesche.

È chia­ro che sia comun­que solo l’ennesimo pre­te­sto per fare pole­mi­ca spic­cio­la, solo che sta­vol­ta si par­la di per­so­ne e la man­can­za di rispet­to, è vero, c’è sta­ta, ma tut­ta in quel­lo che han­no scrit­to que­ste ‘ano­ni­me signore’.

Avrei gra­di­to da quan­te si sono sen­ti­te offe­se, una richie­sta di spie­ga­zio­ni, per­lo­me­no, visto che rispon­do sem­pre a tut­ti quel­li che si rivol­go­no a me e cer­co di dare spie­ga­zio­ni su quel­lo che fac­cio e dico a chi me ne chie­de con­to, inve­ce no. Di nuo­vo tut­to di nasco­sto, tut­to sot­to­ban­co, let­te­re ano­ni­me e dela­zio­ne gra­tui­ta, para­dos­sal­men­te poi citan­do l’orgoglio pantesco.

Que­ste ‘ano­ni­me signo­re’ dipin­go­no Pan­tel­le­ria come un’isola para­di­so dell’occupazione fem­mi­ni­le, dove tut­te sono feli­ci e ‘arri­va­te’, per­si­no quel­le che ‘gio­io­sa­men­te’ deci­do­no che è più appro­pria­to fare le casalinghe.

Fos­se così, le nostre ‘ano­ni­me signo­re’ dovreb­be­ro spie­gar­ci come mai le nostre ragaz­ze van­no fuo­ri a stu­dia­re e poi resta­no fuo­ri a lavorare.

Come mai non tor­na­no a Pan­tel­le­ria, para­di­so dell’occupazione femminile?

Voglia­mo par­la­re di nume­ri e non di opi­nio­ni autoreferenziali?

La disoc­cu­pa­zio­ne fem­mi­ni­le a Pan­tel­le­ria è il dop­pio di quel­la maschi­le e dopo il 2020, supe­ra il 35%. Ovvia­men­te il dato non tie­ne con­to di quan­te lavo­ra­no in nero, sen­za alcu­na tute­la, e con­teg­gia anche i lavo­ri sta­gio­na­li che dura­no più o meno 5 mesi nel­la miglio­re del­le ipo­te­si, quin­di non un’occupazione costante.

Pro­prio una favola!

Voglia­mo par­la­re di quan­ti lascia­no Pan­tel­le­ria per tro­va­re lavo­ro altrove?

Nel 2019 in 128 han­no cam­bia­to resi­den­za e se ne sono anda­ti dall’isola, un dato di fuga con­ti­nua negli ulti­mi 20 anni, con­tro­bi­lan­cia­to solo dai tra­sfe­ri­men­ti sull’isola di resi­den­ti altro­ve, che sono sem­pre sta­ti di più dei pan­te­schi che se ne anda­va­no (tran­ne che nel 2018).

Que­sto che significa?

Signi­fi­ca che la ten­den­za per i pan­te­schi è di lascia­re l’isola in cer­ca di for­tu­na, ten­den­za che con­ti­nua imper­ter­ri­ta negli ulti­mi 20 anni, men­tre da ‘fuo­ri’ sem­pre più per­so­ne deci­do­no di tra­sfe­rir­si a Pan­tel­le­ria, in spe­cie dopo la pen­sio­ne. Signi­fi­ca che l’isola aumen­ta la popo­la­zio­ne, ma dimi­nui­sco­no i panteschi.

Mi chie­do, e se lo dovreb­be chie­de­re chiun­que abbia let­to i due libel­li del­le fie­re e ano­ni­me signo­re, per­ché mai, visto che l’isola è il para­di­so dell’occupazione?

Ho par­ti­co­lar­men­te apprez­za­to il pas­sag­gio: “Don­ne lavo­ra­tri­ci che tro­va­no anche l’en­tu­sia­smo e il tem­po per dedi­car­si al volon­ta­ria­to nel socia­le, nel­le ini­zia­ti­ve cul­tu­ra­li, nel­la cura del­le per­so­ne biso­gno­se o disa­bi­li, spes­so rime­dian­do ad una col­pe­vo­le assen­za di ade­gua­te poli­ti­che socia­li e wel­fa­re.”

E dove ope­ra­no que­ste ‘ano­ni­me signore”?

In cir­cui­ti ester­ni dai Ser­vi­zi Socia­li e all’isola?

È inte­res­san­te sen­ti­re par­la­re di ‘col­pe­vo­le assen­za del­le poli­ti­che socia­li e del wel­fa­re’ quan­do al Comu­ne sono regi­stra­te for­se tre asso­cia­zio­ni che si occu­pa­no atti­va­men­te di socia­le e con tut­te e tre sono in atto pro­get­ti con l’Amministrazione comunale.

In qua­li poli­ti­che socia­li si pro­di­ga­no le signore?

Sareb­be inte­res­san­te capir­lo e capi­re anche come mai non sia­no ETS regi­stra­ti per esse­re in rego­la con la Rifor­ma del Ter­zo Set­to­re, visto che non ne abbia­mo trac­cia alcuna.

Le poli­ti­che socia­li non sono l’hobby per chi deve met­ter­si una bel­la eti­chet­ta addos­so e non si esau­ri­sco­no in una bel­la lot­te­ria di con­tra­da. Invi­to le care signo­re a pre­sen­tar­si come volon­ta­rie ai Ser­vi­zi Socia­li, visto che tan­to si dan­no da fare sen­za esse­re rico­no­sciu­te o rico­no­sci­bi­li. Abbia­mo sem­pre biso­gno di volon­ta­ri seri e motivati.

Tem­po fa, quan­do ho intro­dot­to il pro­ble­ma del­la vio­len­za sul­le don­ne a Pan­tel­le­ria, una nota signo­ra loca­le dice­va pub­bli­ca­men­te che non mi dove­vo per­met­te­re di ‘offen­de­re’ (si usa­no sem­pre le stes­se paro­le) le pan­te­sche dicen­do che sull’isola c’erano casi di vio­len­za sul­le donne.

Nega­zio­ne, anco­ra una volta.

Mi chie­do dove sia­no que­ste ‘ano­ni­me signo­re’ quan­do i Ser­vi­zi Socia­li devo­no inter­ve­ni­re per don­ne pic­chia­te dai mari­ti e por­tar­le via dal­le loro abitazioni?

Tal­men­te tan­te che stia­mo stu­dian­do con l’Arma stra­te­gie per met­ter­le in sicu­rez­za quan­do non pos­so­no esse­re subi­to tra­sfe­ri­te in rifu­gi fuo­ri dall’isola.

E sono don­ne pantesche.

Qua­si sem­pre istrui­te, non tos­si­co­di­pen­den­ti, alco­liz­za­te o altro, per­ché la vio­len­za non avvie­ne solo in ambi­ti degra­da­ti, non dipen­de dal­la cul­tu­ra e dall’istruzione del­la donna.

San­no que­ste signo­re quan­ti bam­bi­ni dob­bia­mo dare in affi­da­men­to, per esempio?

E san­no qua­li sono le situa­zio­ni che ren­do­no neces­sa­rio dare tan­ti bam­bi­ni in affidamento?

E sono bam­bi­ni pan­te­schi, di fami­glie pan­te­sche e san­no che non tro­via­mo altre fami­glie pan­te­sche che li voglia­no pren­de­re in affido?

Invi­to le ‘ano­ni­me signo­re’ a fare una set­ti­ma­na di volon­ta­ria­to in Comu­ne per vede­re cosa suc­ce­de vera­men­te sull’isola, per guar­da­re al di là del loro bell’orticello e tira­re fuo­ri la testa dal­la sabbia.

Ven­ga­no a vede­re quan­te don­ne, che sono rima­ste sole con figli, sep­pur con un’adeguata istru­zio­ne, sono costret­te a chie­de­re aiu­ti per­ché sull’isola non tro­va­no lavo­ro, se non sta­gio­na­le, e non san­no cosa dare da man­gia­re alla loro prole.

Ave­te idea di quan­te, anche a 40 anni, deci­do­no di andar­se­ne a tro­va­re lavo­ro al nord, anche nel 2021, anche con la minac­cia del Covid?

Io per­so­nal­men­te che, come dico­no le ano­ni­me signo­re (che evi­den­te­men­te mi cono­sco­no più di quan­to io non pos­sa dire di loro), non sono pan­te­sca e vivo qui solo da 3 anni e mez­zo, negli ulti­mi mesi ne ho viste tra­sfe­rir­si 3.

Tro­vo io offen­si­vo scri­ve­re un nome ano­ni­mo accan­to ad una pro­fes­sio­ne, come a dire: “Io sto bene, ho una siste­ma­zio­ne, una sta­bi­li­tà, quin­di tut­ti stan­no bene”.

Que­ste ‘ano­ni­me signo­re’ mi ricor­da­no Maria Anto­niet­ta che quan­do il popo­lo ave­va fame, rispon­de­va ‘date­gli le brio­sce’ in un noto fal­so sto­ri­co, che bene ren­de però l’abitudine insa­na di girar­si dall’altra par­te davan­ti alla real­tà del­le cose.

Che cosa spa­ven­ta e offen­de que­ste signo­re nel­la mia asser­zio­ne che deve esser­ci mobi­li­tà socia­le e lavorativa?

Dà fasti­dio che io abbia det­to che chi ini­zia a lavo­ra­re come don­na del­le puli­zie, lavo­ro digni­to­sis­si­mo, deve ave­re la pos­si­bi­li­tà, come chiun­que altro, di poter aspi­ra­re a meglio?

Per­ché que­sta cosa dà fasti­dio a que­ste don­ne pantesche?

Chi ha una posi­zio­ne ed una sta­bi­li­tà dovreb­be esse­re la pri­ma a pre­oc­cu­par­si di chi è anco­ra nel biso­gno e dovreb­be, dall’alto del­la sua ‘eman­ci­pa­zio­ne’, dare una mano a quan­te vor­reb­be­ro ave­re la stes­sa possibilità?

Inve­ce, la pre­oc­cu­pa­zio­ne è quel­la del ‘non gene­ra­liz­za­re’, cosa che io non ho fat­to, ma cer­to le ‘ano­ni­me signo­re’ ascol­tan­do soli 15 secon­di di inter­ven­to non pos­so­no saperlo.

Trop­po como­do attac­ca­re l’assessore don­na, per­si­no bana­le, permettetemi.

Ormai ci sono abi­tua­ta. Subi­sco attac­chi codar­di da quan­do ho assun­to que­sto ruo­lo, l’avevo mes­so in con­to, ma da gen­te che non ha nem­me­no il corag­gio di par­lar­ti in fac­cia non accet­to lezioni.

Io mi direi offe­sa da una situa­zio­ne che non offre pos­si­bi­li­tà alle don­ne e ai gio­va­ni, non da un’assessora che dice che biso­gna rim­boc­car­si le mani­che e cer­ca­re di dare a que­ste don­ne più pos­si­bi­li­tà, più for­ma­zio­ne, più mobi­li­tà lavo­ra­ti­va e socia­le, per far sì che le ragaz­ze tor­ni­no qui e non scap­pi­no.

Tor­nia­mo ai dati, che le signo­re ano­ni­me igno­ra­no o voglio­no ignorare.

La mag­gior par­te del­le occu­pa­te pan­te­sche non sono occu­pa­te nel­le pro­fes­sio­ni riven­di­ca­te dal­le fan­to­ma­ti­che signo­re fir­ma­ta­rie del­le lettere.

La mag­gior par­te del­le occu­pa­te pan­te­sche lavo­ra nel­le puli­zie, nel­la risto­ra­zio­ne con figu­re di subal­ter­ni­tà (came­rie­re, cuo­che, lava­piat­ti), nel com­par­to turi­sti­co (recep­tio­ni­st, assi­sten­ti, ecc.) 3 vol­te su 4 a tito­lo stagionale.

Anche il lavo­ro nero, onni­pre­sen­te, inte­res­sa più le don­ne che gli uomi­ni e pro­fes­sio­ni che pure ave­va­no un cer­to riscon­tro sull’isola, come l’insegnamento, negli ulti­mi anni riguar­da sem­pre più don­ne che pro­ven­go­no da fuo­ri Pan­tel­le­ria, quin­di meno don­ne pan­te­sche impiegate.

Ora chie­do alle signo­re: se Pan­tel­le­ria è il para­di­so oltre che dell’occupazione, del­la for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le fem­mi­ni­le, come scri­vo­no, per­ché le don­ne con i lavo­ri più umi­li, sep­pur digni­to­si (lo ripe­to per­ché io stes­sa li ho fat­ti e non me ne ver­go­gno), dovreb­be­ro con­ti­nua­re a fare solo quel­li e non cam­bia­re e far­ne di meno fati­co­si, meglio remu­ne­ra­ti, più tutelati?

Anche qui, fac­cia­mo­ci una doman­da e dia­mo­ci una rispo­sta, per­ché davan­ti ai dati non ci sono opi­nio­ni, impres­sio­ni o pre­sun­te offe­se per­so­na­li che tengano.

Qui non si sta par­lan­do di lavo­ri più o meno digni­to­si, si sta par­lan­do di REALI pos­si­bi­li­tà di innal­za­men­to di carriera.

Trop­po como­do, da die­tro una scri­va­nia in ban­ca, dire che l’isola è que­sta e i lavo­ri sta­gio­na­li sono l’unico sbocco.

E no, care signore!

Per­ché le vostre scri­va­nie e i vostri uffi­ci non sono più rap­pre­sen­ta­ti­vi del­la situa­zio­ne occu­pa­zio­na­le iso­la­na del­la mag­gio­ran­za di don­ne che lavo­ra altrove.

Leg­go: “L’immagine del­la don­na che abbia­mo sen­ti­to cucir­ci addos­so non può che far­ci rab­bri­vi­di­re, le situa­zio­ni di degra­do, di emar­gi­na­zio­ne e discri­mi­na­zio­ne sono pre­sen­ti a Pan­tel­le­ria come nel resto d’Italia ma non si può gene­ra­liz­za­re in que­sto modo.”

Rab­bri­vi­di­sco io per que­ste paro­le pie­ne di arcai­co per­be­ni­smo, auto­re­fe­ren­zia­li­tà e giu­di­zi preconfezionati.

Quin­di per que­ste ‘ano­ni­me signo­re’, chi ha lavo­ri diver­si da quel­li con cui loro si fir­ma­no, ver­reb­be da una situa­zio­ne di degra­do?

Quin­di chi non ha il loro sta­tus socia­le ed è in un momen­to di dif­fi­col­tà o non ha avu­to le loro stes­se pos­si­bi­li­tà sareb­be un emar­gi­na­to e un discri­mi­na­to?

Cre­do che in que­sta affer­ma­zio­ne tra­spa­ia solo un pro­fon­do disprez­zo per chi ha una con­di­zio­ne diver­sa e più umi­le, asso­cian­do auto­ma­ti­ca­men­te chi è in dif­fi­col­tà a ‘degra­do, emar­gi­na­zio­ne e discri­mi­na­zio­ne.

Le ‘ano­ni­me signo­re’ esper­te di socia­le pan­te­sco, dovreb­be­ro sape­re che la dif­fe­ren­za sostan­zia­le tra Pan­tel­le­ria e altri Comu­ni ita­lia­ni è pro­prio che qui a chie­de­re aiu­to al Comu­ne o a fare i lavo­ri che que­ste signo­re defi­ni­sco­no sino­ni­mi di degra­do, sono don­ne seris­si­me e one­ste, con un tito­lo di stu­dio, non del­le pove­re emar­gi­na­te, come pen­sa­no loro.

Il pro­ble­ma non si esor­ciz­za negan­do­lo o pren­den­do­ne le distan­ze. In Sici­lia si dice: ‘u saziu nun cre­re ‘o diu­no’ o peg­gio, lo nega, per non far­si toc­ca­re da esso.

Beh, signo­re care, non è negan­do i pro­ble­mi che que­sti si risol­vo­no, anzi peggiorano.

Par­lia­mo del­la REALTÁ di Pantelleria.

Pan­tel­le­ria non ha asso­cia­zio­ni fem­mi­ni­li o asso­cia­zio­ni che si occu­pa­no di pari oppor­tu­ni­tà o di vio­len­za sul­le don­ne (ma ci stia­mo lavorando).

Non ha una Con­sul­ta del­le Pari Oppor­tu­ni­tà che pure è obbli­ga­to­ria per leg­ge (ma ci stia­mo lavorando).

Non mi mera­vi­glia quin­di che qui i pro­ble­mi lega­ti al fem­mi­ni­le non si voglia­no vede­re, si neghi­no e si pre­fe­ri­sca fare le ‘offe­se’, per­ché sia mai che si ven­ga acco­mu­na­te a quel­le ‘pove­re emar­gi­na­te’ che però sono la maggioranza.

Inve­ce di fare pole­mi­che ste­ri­li e que­ste sì, discri­mi­na­to­rie, negan­do la real­tà e cro­gio­lan­do­si nel pro­prio benes­se­re, sareb­be auspi­ca­bi­le che tut­te que­ste fan­to­ma­ti­che signo­re si rim­boc­cas­se­ro le mani­che e ini­zias­se­ro a dare una mano a quan­te non han­no le loro stes­se pos­si­bi­li­tà.

A pre­scin­de­re da que­ste pole­mi­che che lascia­no il tem­po che tro­va­no, io con­ti­nue­rò ad occu­par­mi di tut­te le don­ne ed in par­ti­co­la­re di quel­le che han­no più biso­gno di aiu­to.

Stia­mo costi­tuen­do anche a Pan­tel­le­ria e su sol­le­ci­ta­zio­ne di alcu­ne don­ne pan­te­sche (guar­da caso!) un Tavo­lo Per­ma­nen­te su model­lo di altri in Ita­lia di Don­ne per le Don­ne, in cui si discu­te del­le pro­ble­ma­ti­che esi­sten­ti sul ter­ri­to­rio e si cer­ca­no azio­ni e soluzioni.

Se ci sono don­ne che voglio­no dar­si da fare SERIAMENTE per altre don­ne pan­te­sche, inve­ce che scri­ve­re inu­ti­li let­te­re ano­ni­me, pos­so­no con­tat­tar­mi (331 266 5409) e saran­no inse­ri­te nel grup­po di lavoro.

Così come spe­ro che ci sia­no can­di­da­tu­re di don­ne pan­te­sche alla Con­sul­ta del­le Pari Oppor­tu­ni­tà o come la si vor­rà chia­ma­re, non appe­na sarà final­men­te por­ta­ta in Con­si­glio Comunale.

Sto vaglian­do con il Sin­da­ca­to e altre asso­cia­zio­ni di cate­go­ria di poter orga­niz­za­re cor­si di for­ma­zio­ne gra­tui­ti per le don­ne e cor­si di avvia­men­to alle pro­fes­sio­ni rico­no­sciu­ti e la con­ven­zio­ne con Plu­rim­pre­sa, da poco vota­ta in giun­ta, ser­vi­rà anche a questo.

Io sono abi­tua­ta ad affron­ta­re un pro­ble­ma per cer­ca­re se non di risol­ver­lo, di ren­der­lo meno grave.

Negar­lo o offen­der­si se vie­ne evi­den­zia­to non fa ono­re a chi fa par­te di una comunità.

Pau­ra, silen­zio e omer­tà non fan­no bene né all’isola né ai panteschi.

È vero, a Pan­tel­le­ria ci cono­scia­mo tutti.

Ma ci aiu­tia­mo l’un l’altro?

 

Fran­ce­sca Marrucci

Asses­so­re alle Pari Oppor­tu­ni­tà, alle Poli­ti­che Socia­li e Culturali

  • I dati cita­ti sono fon­te Istat 2019

 

Pan­tel­le­ria, 26 apri­le 2021