Il 16 ottobre, San Fortunato patrono di Pantelleria. Due poesie di Giusy Andaloro

Il 16 ottobre, San Fortunato patrono di Pantelleria. Due poesie di Giusy Andaloro

19/10/2021 0 Di Giusy Andaloro

Il 16 ottobre si è celebrato il Santo Patrono di Pantelleria, in versione ancora ‘Covid’, quindi priva di processione e festeggiamenti.

Giusy Andaloro ci ha inviato due poesie della sua raccolta FIORI DI OSSIDIANA dedicate a questa ricorrenza

San Fortunato

17 otto­bre 1891

Dal­le fra­ter­ne spon­de tunisine

lo spet­ta­co­lo dell’imminente fine.

Risuo­nan fune­sti del­le cam­pa­ne i bronzi

al ribol­lir dal­le tita­ni­che onde marine.

L’orrido fuo­co s’innalza nel cielo,

incu­te timo­re alla paci­fi­ca gente,

bloc­chi di lava incandescente

poi si raf­fred­dan e s’inabissan nel mar.

All’udir le sup­pli­can­ti preghiere

che dal­la Matri­ce si leva­no al cielo,

nel­la pro­fon­da e infi­ni­ta not­te cieca,

San For­tu­na­to mar­ti­re pre­stis­si­mo accorre

e arma­to di fasci di ful­gi­da e bene­vo­la luce

l’implacabile col­le­ra pie­ga e seduce.

Silen­zio.

Tran­quil­li­tà e pace avvol­go­no l’isola.

Glo­rio­so San Fortunato,

dell’amata iso­la patro­no incontrastato,

ogni pan­te­sco dal man­to san­to protetto

al mar­ti­re into­na pre­ghie­re e can­ti d’affetto.

Coro­na di fio­ri che ondeg­gi sul mar,

sfio­ra­ta dal ven­to e scal­da­ta dal sol,

infon­di pace, amo­re e luce di gio­via­le speranza

in que­sto fra­gi­le mon­do che len­ta­men­te avanza.

 Mustazzoli

Mie­le, zuc­che­ro, mandorline,

mez­zo bic­chie­re di bian­co vino,

semo­la, can­nel­la, mandarino,

mez­zo bic­chie­re di maraschino,

acqua, strut­to e aromi,

di sesa­mo un cucchiaino.

Ton­deg­gian­te “cud­du­red­dra”,

armo­nio­so con­nu­bio d’isolani sapori,

con rin­no­va­ta veemenza,

scan­di­sci le flem­ma­ti­che fasi

dell’anelante vita pantesca.

Sin­ce­re anime,

eter­na­men­te in bilico

tra il mel­li­fluo sogno di una dol­ce partenza

e l’amarezza di un ristret­to mondo

pie­ga­to all’esteriore parvenza.

Pic­co­lo mustazzolo,

del fem­mi­neo uni­ver­so pantesco

rap­pre­sen­ti l’immemore storia.

Con ele­gan­ti e ardi­men­to­si ghirigori

espri­mi la len­tis­si­ma essen­za del vivere

che riden­te e fug­gi­ti­va si crogiola

in deli­ca­tis­si­mi rica­mi di pasta.

Nei gior­ni d’amorevole festa,

l’atavico spi­ri­to comu­ni­ta­rio s’impone

ren­den­do il ritua­le del­la condivisione

il più nobi­le e ricer­ca­to dono.

Dicem­bre,

si spa­lan­ca­no le por­te dei dammusi

e con essi anche i gene­ro­si cuori 

di don­ne, gio­vi­net­te e bambine.

Sve­glie all’alba e con le mani in pasta,

sor­ri­do­no alla luna aspet­tan­do il sole.

Tra for­ni a legna e con­fet­ti­ni multicolori

il minu­zio­so e arti­sti­co lavoro

appa­re come una sug­ge­sti­va magia

illu­mi­na­to dai rag­gi del calan­te sole.

Una favo­la da rac­con­ta­re e ancor più da vivere

dal misti­co e anti­co ara­beg­gian­te sapore

che ral­le­gra l’inesorabile e len­to tra­scor­rer del­le ore.

 

Giusy Andaloro

Giu­sy Andaloro

Poesie estratte dal libro “Pantelleria. Fiori d’Ossidiana. Emozioni sospese tra mare, cielo e terra”  di Giusy Andaloro

www.giusyandaloro.com

Il libro è sta­to pre­sen­ta­to dal­la prof.ssa Anda­lo­ro il 30 luglio, nell’ambito del­la Sta­gio­ne Cul­tu­ra­le Esti­va 2021, pres­so l’aula Con­si­lia­re del Comu­ne di Pantelleria.

Nata e cre­sciu­ta a Milaz­zo, dove vive tut­to­ra con la pro­pria fami­glia d’o­ri­gi­ne, Giu­sy Anda­lo­ro è lau­rea­ta in Let­te­re e Filo­so­fia. Abi­li­ta­ta per l’in­se­gna­men­to in vari ordi­ni di scuo­la (Infan­zia, Pri­ma­ria, Secon­da­ria di I e II gra­do) è inse­gnan­te di Let­te­re a tem­po inde­ter­mi­na­to pres­so la Scuo­la Secon­da­ria di I gra­do “Ziril­li” di Milazzo.

Tra­sfe­ri­ta in pro­vin­cia di Mila­no nel ’99 per esi­gen­ze di lavo­ro, dopo un lun­ghis­si­mo pre­ca­ria­to mene­ghi­no, nel 2013 rie­sce ad otte­ne­re il tra­sfe­ri­men­to a Pan­tel­le­ria, estre­ma iso­la di con­fi­ne, situa­ta nel cuo­re del Medi­ter­ra­neo a metà tra l’I­ta­lia e l’Africa.

La pas­sio­ne per la scrit­tu­ra crea­ti­va l’ha rapi­ta fin da quan­do era bam­bi­na e da sem­pre, oltre a scri­ve­re per se stes­sa, cer­ca di tra­smet­te­re ai suoi alun­ni l’a­mo­re per la poe­sia e per la scrit­tu­ra tout court.

L’arte poe­ti­ca, dichia­ra la prof.ssa Anda­lo­ro, è una for­ma di comu­ni­ca­zio­ne pecu­lia­re attra­ver­so la qua­le è pos­si­bi­le rive­la­re agli altri istan­ti di vita vis­su­ta e i tur­ba­men­ti emo­ti­vi pro­va­ti: l’intelletto deco­di­fi­ca emo­zio­ni, ordi­na per­ce­zio­ni e intui­zio­ni, intes­se rela­zio­ni, costrui­sce sche­mi e model­li e sa spin­ger­si anche al di fuo­ri di essi. Attra­ver­so il lin­guag­gio del­la poe­sia s’im­pa­ra pian pia­no ad avver­ti­re e ad esplo­ra­re i mean­dri del­la pro­pria ani­ma e ciò risul­ta indi­spen­sa­bi­le per acqui­si­re sicu­rez­za, fidu­cia nel­le pro­prie capa­ci­tà e per costrui­re in modo soli­do la pro­pria identità.

Cimen­tar­si a scri­ve­re un com­po­ni­men­to in ver­si non è altro che saper sfo­glia­re tra le pagi­ne del­la nostra men­te, saper ascol­ta­re e pre­sta­re atten­zio­ne alla fle­bi­le voce del nostro io inte­rio­re, riu­sci­re a per­ce­pi­re le nostre emo­zio­ni e sug­ge­stio­ni, saper sogna­re sospe­si tra cie­lo e ter­ra, riu­sci­re insom­ma ad esse­re “immen­si” pur aman­do la sem­pli­ci­tà che quo­ti­dia­na­men­te si cela nel­le pic­co­le cose.

In “Pan­tel­le­ria. Fio­ri d’Ossidiana. Emo­zio­ni sospe­se tra mare, cie­lo e ter­ra” l’autrice “dipin­ge con le paro­le” i momen­ti più inten­si vis­su­ti nell’isola di con­fi­ne e i moti dell’animo sca­tu­ri­ti dal con­tat­to con la nuo­va dimensione.

Una rac­col­ta di poe­sie che costi­tui­sce una vera e pro­pria dichia­ra­zio­ne d’amore nei con­fron­ti del­la Per­la Nera del Mediterraneo.

Fug­gi­ta dal­le bru­me del Nord, dopo una per­ma­nen­za di cir­ca quin­di­ci anni nel­la pro­vin­cia di Mila­no per esi­gen­ze lavo­ra­ti­ve, all’improvviso, ma per sua volon­tà, si ritro­va esta­sia­ta tra le brac­cia di Madre Natura.

Il sogno acca­rez­za­to per lun­ghi anni diven­ta real­tà: vive­re e inse­gna­re nell’isola di Pan­tel­le­ria, nell’omerica Ogi­gia, ove la for­za degli ele­men­ti, tal­vol­ta, assu­me le sem­bian­ze di quel­la “Natu­ra matri­gna” di leo­par­dia­na memoria.

Una natu­ra con il vol­to a metà tra il bel­lo e il ter­ri­bi­le al cui cospet­to il pan­te­sco e il turi­sta s’inchinano.

Le emo­zio­ni vis­su­te, cri­stal­liz­za­te in sen­tie­ri poe­ti­ci, ritrag­go­no alcu­ne tra le più bel­le loca­li­tà dell’isola (Lago di Vene­re, Cala Gadir, l’Arco dell’elefante, la Grot­ta di Beni­ku­là…) sen­za tra­la­scia­re gli spac­ca­ti di vita quo­ti­dia­na, le ami­ci­zie, le tra­di­zio­ni, le usan­ze e i miste­ri del­la Per­la Nera del Medi­ter­ra­neo, fino alla gio­ia pro­va­ta per l’acquisto di un pic­co­lo dam­mu­so sto­ri­co che san­ci­sce il soda­li­zio, sugel­lan­do il visce­ra­le lega­me con l’isola.

Un libro che susci­ta nel let­to­re curio­si­tà e atten­zio­ne ver­so l’isola del ven­to che atten­de di esse­re sco­per­ta e cono­sciu­ta per le sue mae­sto­se meraviglie.