PANTELLERIA: PIANTE ESOTICHE IN AREA PROTETTA, DENUNCIATO DAI CARABINIERI FORESTALI

PANTELLERIA: PIANTE ESOTICHE IN AREA PROTETTA, DENUNCIATO DAI CARABINIERI FORESTALI

20/04/2022 0 Di Redazione

PANTELLERIA: PIANTE ESOTICHE IN AREA PROTETTA, DENUNCIATO DAI CARABINIERI FORESTALI

Pro­se­gue l’attività di con­trol­lo e moni­to­rag­gio del­le aree pro­tet­te da par­te dei Cara­bi­nie­ri Fore­sta­li di Pantelleria.

I Mili­ta­ri alle dipen­den­ze dal Repar­to CC P.N. “Aspro­mon­te” han­no con­cen­tra­to l’attenzione sugli habi­tat natu­ra­li tute­la­ti dal­la nor­ma­ti­va nazio­na­le e comu­ni­ta­ria, luo­ghi carat­te­riz­za­ti da una straor­di­na­ria varie­tà di biodiversità.

Duran­te accer­ta­men­ti ese­gui­ti sui ter­re­ni in pros­si­mi­tà del Lago Spec­chio di Vene­re, i mili­ta­ri accer­ta­va­no che, su un fon­do agri­co­lo nel­le imme­dia­te vici­nan­ze del sito lacu­stre, era­no sta­te mes­se a dimo­ra deci­ne di pian­te eso­ti­che, appar­te­nen­ti alla spe­cie “washing­to­nia fili­fe­ra”, in assen­za di autorizzazioni.

Tali esem­pla­ri rien­tra­no nel nove­ro del­le spe­cie alloc­to­ne inva­si­ve elen­ca­te dal Mini­ste­ro dell’Ambiente e del­la Tute­la del ter­ri­to­rio e del Mare, la cui immis­sio­ne nel­le aree pro­tet­te è vie­ta­ta, sia per­ché poten­zia­li con­dut­to­ri di ele­men­ti pato­ge­ni per la vege­ta­zio­ne autoc­to­na, sia per la faci­li­tà di pro­pa­ga­zio­ne dei loro semi, con il rischio di una pro­gres­si­va ridu­zio­ne di habi­tat natu­ra­li e l’alterazione irre­ver­si­bi­le di deli­ca­ti equi­li­bri eco-sistemici.

Per tale ragio­ne, veni­va denun­cia­to un uomo di 38 anni, pro­prie­ta­rio del fon­do, poi­ché respon­sa­bi­le dell’introduzione di spe­cie vege­ta­li inva­si­ve in “Zona 1” dell’Area Par­co Nazio­na­le di Pan­tel­le­ria, non­ché “Zona Spe­cia­le di Con­ser­va­zio­ne” ai sen­si del­la Diret­ti­va habi­tat 92/43/CEE, per l’eccezionale pre­sen­za di avi­fau­na migra­to­ria e stanziale.

Lo stes­so sog­get­to, infi­ne, sarà desti­na­ta­rio dei prov­ve­di­men­ti dell’Autorità, fina­liz­za­ti al ripri­sti­no del­lo sta­to ori­gi­na­rio dei luoghi.