Sono a rischio i lavori di riqualificazione del Waterfront di Pantelleria?

Sono a rischio i lavori di riqualificazione del Waterfront di Pantelleria?

03/11/2023 1 Di Redazione

Sembra che alcuni commercianti di Borgo Italia abbiano fatto ricorso contro il Waterfront. Sei mesi dopo la possibilità di fare osservazioni e non si capisce a quale scopo se non a far rimanere Pantelleria sempre più indietro e più dequalificata

Sono a rischio i lavo­ri di riqua­li­fi­ca­zio­ne del Water­front di Pan­tel­le­ria? Que­sto sem­bre­reb­be, leg­gen­do una deli­be­ra di Giun­ta appro­va­ta pro­prio ieri che ci infor­ma che lo scor­so 30 otto­bre ‘qual­cu­no’ ha pre­sen­ta­to ricor­so con­tro la Deli­be­ra di Con­si­glio Comu­na­le del 24 apri­le, 6 mesi fa, che appro­va­va il pro­get­to defi­ni­ti­vo dei lavo­ri del Waterfront.

Se ai più può sem­bra­re un cavil­lo ammi­ni­stra­ti­vo, la veri­tà che si cela die­tro que­sto ricor­so è il ten­ta­ti­vo di bloc­ca­re un pro­get­to già appro­va­to e finan­zia­to dal Mini­ste­ro del­le Infra­strut­tu­re, per il qua­le Pan­tel­le­ria è sta­ta elo­gia­ta su tut­ti i media nazio­na­li, e in sostan­za signi­fi­ca che il Comu­ne di Pan­tel­le­ria dovreb­be resti­tui­re ben 14,7 milio­ni di euro già otte­nu­ti per il progetto.

L’unico pro­get­to, ricor­dia­mo­lo, che mira a riqua­li­fi­ca­re tut­to il capo­luo­go lun­go la ban­chi­na, non solo per ren­der­lo più bel­lo ed acco­glien­te, ma anche per dota­re Pan­tel­le­ria cen­tro di sot­to­ser­vi­zi (fogne, sca­ri­chi, tuba­tu­re, ecc.) final­men­te civili.

Nel­la Deli­be­ra i nomi dei pro­po­nen­ti il ricor­so sono coper­ti da “omis­sis”, ma da voci di cor­ri­do­io sem­bra che si trat­ti di alcu­ni eser­cen­ti di Via Bor­go Ita­lia. Non è chia­ro a che tito­lo abbia­no pro­po­sto il ricor­so, qua­li sia­no le ragio­ni e, soprat­tut­to, come si pos­sa chie­de­re al TAR l’annullamento di un atto appro­va­to sei mesi prima.

Se ne sono accor­ti pre­sto che non era di loro gradimento!

Fat­to sta che così facen­do si met­te a rischio l’esecuzione dei lavo­ri che dareb­be­ro un nuo­vo vol­to alla zona del lungomare.

Un po’ di storia…

L’idea di riqua­li­fi­ca­re il Water­front ini­zia nel 2009, quan­do il Comu­ne di Pan­tel­le­ria in col­la­bo­ra­zio­ne con il Mini­ste­ro dei Beni Cul­tu­ra­li, il Mini­ste­ro del­lo Svi­lup­po Eco­no­mi­co e la Fon­da­zio­ne La Bien­na­le di Vene­zia pub­bli­ca­ro­no un con­cor­so di pro­get­ta­zio­ne per la riqua­li­fi­ca­zio­ne del­le aree del lungomare.

Le idee pro­get­tua­li dove­va­no tener con­to del­la pia­ni­fi­ca­zio­ne vigen­te: Prg, Pia­no Par­ti­co­la­reg­gia­to del cen­tro sto­ri­co, Pia­no Pae­si­sti­co, Pia­no del­la mobi­li­tà soste­ni­bi­le, ovviamente.

Biso­gna­va pre­ve­de­re, tra le altre cose, la demo­li­zio­ne del palaz­zo ver­de adia­cen­te al Castel­lo, il recu­pe­ro del­le aree lascia­te libe­re dal­la delo­ca­liz­za­zio­ne dei distri­bu­to­ri di car­bu­ran­te pre­vi­sta dal sud­det­to Prg, la rea­liz­za­zio­ne ex novo di fogna­tu­re, rete idri­ca, cavi­dot­ti elet­tri­ci e telefonici.

Tra tut­ti i pro­get­ti pre­sen­ta­ti, la com­mis­sio­ne dichia­rò vin­cen­te quel­lo pro­po­sto dal­lo Stu­dio Nuvo­laB di Firen­ze. Suc­ces­si­va­men­te l’Amministrazione comu­na­le ha affi­da­to allo stes­so stu­dio la reda­zio­ne del pro­get­to pre­li­mi­na­re e definitivo.

Dopo vari anni, la Giun­ta Cam­po è riu­sci­ta final­men­te a tro­va­re i fon­di neces­sa­ri alla rea­liz­za­zio­ne dell’opera nel 2019, 10 anni dopo l’ideazione del pro­get­to, e il 29 apri­le scor­so c’è sta­ta l’approvazione dei lavo­ri da par­te del Con­si­glio Comunale.

Adesso, dopo sei mesi, qualcuno è uscito dal letargo e contesta tale delibera, arrivando a chiederne l’annullamento al TAR.

Eppu­re, nel frat­tem­po il pro­get­to è sta­to pub­bli­ca­to sull’Albo Pre­to­rio, come pre­ve­de la pro­ce­du­ra, ed è sta­ta data a tut­ti i cit­ta­di­ni la pos­si­bi­li­tà di pre­sen­ta­re osser­va­zio­ni e/o obie­zio­ni. Da quan­to ci risul­ta, nes­su­na osser­va­zio­ne o obie­zio­ne è sta­ta pre­sen­ta­ta entro i ter­mi­ni e, addi­rit­tu­ra, i pro­prie­ta­ri del­le uni­tà del palaz­zo ver­de, l’unico spa­zio di pro­prie­tà pri­va­ta inte­res­sa­to dai lavo­ri, non si sareb­be­ro oppo­sti, accet­tan­do quan­to pro­po­sto dal Comune.

Quindi perché arrivare ad un ricorso al TAR dopo non aver presentato osservazioni entro i termini?

Qua­le fasti­dio o qua­le dan­no pos­so­no pro­dur­re dei lavo­ri che ser­vo­no a riqua­li­fi­ca­re gli spa­zi pub­bli­ci del Water­front e che si pre­fig­go­no di risol­ve­re alcu­ni pro­ble­mi ata­vi­ci che inte­res­sa­no quel­le aree, giu­sto per citar­ne uno, la fuo­riu­sci­ta perio­di­ca di reflui dal­la rete fogna­ria, evi­den­te­men­te vec­chiot­ta, che crea disa­gi agli stes­si eser­cen­ti di via Bor­go Ita­lia, com­pre­si quel­li che avreb­be­ro pro­po­sto ricorso?

Dovreb­be esse­re lam­pan­te che gli eser­cen­ti saran­no i prin­ci­pa­li bene­fi­cia­ri dei lavo­ri di riqua­li­fi­ca­zio­ne del­le aree pub­bli­che in cui sor­go­no le loro atti­vi­tà. Basta vede­re il modo in cui le atti­vi­tà com­mer­cia­li sono rina­te a Paler­mo, nel­la zona del Cen­tro sto­ri­co, a segui­to del­la pedo­na­liz­za­zio­ne o ciò che sta suc­ce­den­do con la riqua­li­fi­ca­zio­ne del molo trapezoidale.

Negli ulti­mi due anni diver­se atti­vi­tà a Bor­go Ita­lia han­no dovu­to abbas­sa­re le sara­ci­ne­sche per­ché ormai quel­la zona non è più vivi­bi­le e attrat­ti­va. Si pre­fe­ri­sce anda­re nei loca­li del­le Con­tra­de, in spe­cie Scau­ri, piut­to­sto che resta­re in cen­tro. E poi basta fare una pas­seg­gia­ta di dome­ni­ca, per vede­re la deso­la­zio­ne in cui ver­te tut­to il lungomare.

Come si può pen­sa­re di invo­glia­re qual­cu­no a seder­si ad un tavo­li­no all’aperto per fare cola­zio­ne o per l’aperitivo men­tre gli pas­sa­no accan­to auto e mez­zi pesan­ti che sca­ri­ca­no fumi tos­si­ci o moto­ri­ni smar­mit­ta­ti che fan­no per­de­re l’udito e la pazienza?

Come si può pensare di invogliare i turisti a venire a Pantelleria quando la prima cosa che vedono dal traghetto è un lungomare degradato?

Come si può pen­sa­re di valo­riz­za­re le atti­vi­tà e gli immo­bi­li se non si riqua­li­fi­ca­no gli spa­zi pub­bli­ci che gli stan­no intor­no, crean­do pas­seg­gia­te, boschet­ti urba­ni, par­chi gio­co per bam­bi­ni, sola­rium dove poter pren­de­re il sole?

Come si può pen­sa­re di recu­pe­ra­re gli immo­bi­li dema­nia­li abban­do­na­ti se non inte­gran­do­li in un pro­get­to di riqua­li­fi­ca­zio­ne globale?

Ma soprat­tut­to, que­sti geni, han­no mai visi­ta­to una mari­na, un cen­tro sto­ri­co, un lun­go­ma­re del­le iso­le o del­le cit­tà costie­re nel Medi­ter­ra­neo dove si ha sem­pre il pie­no di turi­sti? I model­li Mala­ga o Capri ci fan­no pro­prio ribrezzo?

Qual­cu­no si azzar­da per­si­no a dire che il lun­go­ma­re va lascia­to così per­ché è quel­lo ori­gi­na­le, anti­co, da non stra­vol­ge­re. Eppu­re del lun­go­ma­re ori­gi­na­le oggi non c’è che l’antico molo Poli­car­do, basta guar­da­re le foto d’epoca per accor­ger­se­ne. A Pan­tel­le­ria si è arri­va­ti a con­si­de­ra­re ‘anti­chi’ per­si­no i ciot­to­li dei vico­li mes­si negli anni 80 e 90. Segno che per alcu­ni la con­ce­zio­ne di anti­co è deci­sa­men­te stravolta.

La que­stio­ne ora è una: a fron­te del­le con­ti­nue lamen­te­le che i pan­te­schi per pri­mi fan­no di un cen­tro brut­to, con pochi spa­zi per i cit­ta­di­ni e per i più pic­co­li, con nien­te ver­de, con sot­to­ser­vi­zi da ter­zo mon­do, qua­le sareb­be la solu­zio­ne dei pro­mo­to­ri del ricor­so? Lascia­re tut­to così per poter con­ti­nua­re a lamen­tar­si e far mori­re defi­ni­ti­va­men­te il cen­tro? Qua­le deve esse­re il model­lo di svi­lup­po di quest’isola? Bei­rut bom­bar­da­ta degli anni 80?

Que­ste sono alcu­ne doman­de a cui dovreb­be­ro rispon­de­re i pro­po­nen­ti del ricor­so dopo aver spie­ga­to a tut­ti i pan­te­schi il moti­vo per cui, dopo aver taciu­to per tan­ti anni, se ne esco­no con un atto che, se accol­to, con­dan­ne­rà il cen­tro di Pan­tel­le­ria a resta­re nel­lo sta­to in cui ver­sa, più simi­le alla Bei­rut anni 80 che alla Mala­ga o alla Capri dei gior­ni nostri.