Il Parco risponde alla lettera di ieri: Orgyia dilaga perché manca la collaborazione

Il Parco risponde alla lettera di ieri: Orgyia dilaga perché manca la collaborazione

18/06/2024 0 Di Redazione

In risposta alla lettera della Signora Mercalli che esprimeva preoccupazione per la presenza di un insetto parassita su Montagna Grande, lettera che abbiamo pubblicato ieri, ci è giunta prontamente la risposta del Parco Nazionale. 

È proprio il biologo Andrea Biddittu che si sta occupando del problema e così ci scrive:

Ciao Fran­ce­sca, cono­scia­mo la situa­zio­ne, che è vera­men­te sconcertante. 

Pur­trop­po non esi­sto­no pro­dot­ti spe­ci­fi­ci per que­sta spe­cie, non comu­ne, poco nota da un pun­to di vista scientifico.

L’u­ni­ca spe­cie che è sta­ta inte­res­sa­ta dal­l’in­di­vi­dua­zio­ne di sostan­ze chi­mi­che spe­ci­fi­che è la pro­ces­sio­na­ria dei pini, mol­to comu­ne. Pro­prio per il fat­to che è mol­to comu­ne, le indu­strie far­ma­ceu­ti­che e i labo­ra­to­ri bio­lo­gi­ci si sono ado­pe­ra­ti per tro­va­re sostan­ze appo­si­te. Per le spe­cie rare o poco comu­ni, non vi è que­sta stes­sa atten­zio­ne anche per­ché eco­no­mi­ca­men­te con­vie­ne poco.

Suc­ce­de la stes­sa cosa per le malat­tie rare che ci col­pi­sco­no. Essen­do rare, non si han­no finan­zia­men­ti per indi­vi­dua­re una cura e la gen­te che ne è affet­ta deve accet­ta­re il fat­to che la pro­pria malat­tia non è curabile.

Stia­mo acqui­stan­do un bat­te­rio, ma si trat­ta di un bat­te­rio gene­ra­li­sta. Vale a dire che col­pi­sce tut­ti gli inset­ti o, al limi­te, tut­ti i lepi­dot­te­ri (far­fal­le e fale­ne), sì, per­ché il bru­co che sta man­gian­do ora l’i­so­la è una falena.

Pur­trop­po ci tro­via­mo sem­pre al soli­to pro­ble­ma di una com­ple­ta man­can­za di comu­ni­ca­zio­ne fra la popo­la­zio­ne e l’i­sti­tu­zio­ne pubblica.

La noti­zia che l’Or­gy­ia (mai nome fu più pro­fe­ti­co!) ha inva­so i cam­pi col­ti­va­ti è per­ve­nu­ta all’en­te solo il 10 giu­gno, ma la veri­tà è che già da metà mag­gio i pro­prie­ta­ri dei ter­re­ni l’a­ve­va­no vista pas­seg­gia­re alle­gra­men­te fra i cip­pa di zibib­bo a pasco­la­re.

Ma con quel­li del Par­co non si par­la: e il risul­ta­to fina­le è questo.

Sono basta­te le due set­ti­ma­ne di silen­zio da par­te dei diret­ti inte­res­sa­ti per dare il tem­po all’Or­gy­ia di inva­de­re tut­to il ter­ri­to­rio e ora stia­mo cor­ren­do il più velo­ce­men­te pos­si­bi­le per l’ac­qui­sto del batterio.

Abbia­mo una buro­cra­zia sof­fo­can­te, per la qua­le sono neces­sa­ri tan­ti pas­sag­gi inter­me­di per arri­va­re alla deter­mi­na di spe­sa. Sono gior­ni che ven­go­no per­si, ma che pote­va­no esse­re gua­da­gna­ti se la popo­la­zio­ne loca­le fos­se meno pre­ve­nu­ta nei con­fron­ti di una isti­tu­zio­ne che ha la fina­li­tà di difen­de­re l’am­bien­te pan­te­sco, natu­ra­le e storico-antropico.

Com­bat­tia­mo tut­ti la stes­sa bat­ta­glia, dovrem­mo col­la­bo­ra­re e invece…

Andrea Bid­dit­tu