Angelo Casano: la Pantelleria antica nel libro di Cappadona

Angelo Casano: la Pantelleria antica nel libro di Cappadona

18/08/2024 0 Di Redazione

Angelo Casano ci invia la sua personale recensione del libro di Rosario Cappadona “Le ricette dei miei ricordi panteschi” presentato lo scorso 12 agosto (vedi nostro articolo)

Ricor­di e memo­rie di un tem­po pas­sa­to. C’è anche que­sto nel libro di Saro Cap­pa­do­na dal tito­lo ”Le ricet­te dei miei ricor­di pan­te­schi”. Un libro che affon­da le radi­ci in una Pan­tel­le­ria anti­ca fat­ta di riti e tradizioni. 
E Cap­pa­do­na magi­stral­men­te con la sua pen­na par­te da ricet­te culi­na­rie, che con quei sapo­ri e odo­ri ripor­ta­no all’autore in men­te fram­men­ti di vita quo­ti­dia­na, fat­ta di lavo­ro e di sudo­re, per descri­ver­ci una Pan­tel­le­ria di un tem­po. Come direb­be Gian­ni Ber­nar­do descri­ve gra­nel­li di felicità. 
Ma c’è un sen­so pro­fon­do di fami­glia, di unio­ne, di soli­da­rie­tà nel lavo­ro e c’è sul­lo sfon­do un disprez­zo ver­so il fasci­smo e anco­ra una fede con­fer­ma­ta nei prin­ci­pi socia­li­sti che ispi­ra­ro­no la comu­ni­tà di allo­ra a unir­si per dare la vita alla Cope­ra­ti­va dei cap­pe­ri. Una del­le poche real­tà soli­de anco­ra oggi in tut­to il pano­ra­ma del sud Italia. 
E i cap­pe­ri sono pre­sen­ti nel libro di Saro, non solo come ingre­dien­ti del­le sue ricet­te del­la memo­ria, ma scan­di­sco­no la sua stes­sa vita: da bam­bi­no impe­gna­to nel rac­co­glier­li insie­me alla fami­glia, da adul­to e per quarant’anni come moti­vo del suo lavo­ro. Nel libro ci sono anche i rife­ri­men­ti alla nasci­ta del Pan­te­co, a quel­la sta­gio­ne cul­tua­le e d’impegno poli­ti­co e socia­le del­la gene­ra­zio­ne scor­sa, e gra­zie anche al Pan­te­co se oggi con­ti­nua l’informazione iso­la­na con Pan­tel­le­ria Inter­net. Un omag­gio a Pier Vit­to­rio Mar­va­si, ex diret­to­re del­la gaz­zet­ta di Mode­na e por­ta­vo­ce di Roma­no Prodi. 
Lo si può leg­ge­re in tan­ti modi il libro, da un sem­pli­ce libro di ricet­te ad una testi­mo­nian­za di una Pan­tel­le­ria di un tem­po. E c’è un filo con­dut­to­re nel libro, il nome del­la figlia di Saro, Ange­la, che l’autore cita a più ripre­se nel­la par­te ini­zia­le, al cen­tro e poi nel suo fina­le intri­so di malin­co­nia, rab­bia, ma anche di spe­ran­za. Come a voler lascia­re un testi­mo­ne, fra Saro e Ange­la, fra due gene­ra­zio­ni che si suc­ce­do­no qui sull’isola. Nono­stan­te tutto.

Ange­lo Casa­no

(foto di Giu­sep­pe La Fran­ce­sca)