Il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza Energetica ha nominato Italo Cucci, direttore editoriale dell’Italpress, commissario…
Italo Cucci: storia di un giornalista e di 60 anni di Storia d’Italia
12/09/2024Italo Cucci incanta i partecipanti al Laboratorio di Giornalismo Unipant con il racconto della sua storia professionale che fa il paio con la Storia degli ultimi 60 anni in Italia
di Francesca Marrucci
Sono state due ore intense, seguite quasi in religioso silenzio, quelle in cui Italo Cucci ha raccontato una piccola parte della sua vita da giornalista per l’ultimo appuntamento del Laboratorio di Giornalismo dell’UNIPANT.
Una narrazione serrata e mai banale quella che ha ripercorso gli inizi del giovane Italo, che decide sin da piccolo di fare il giornalista, in barba alle scuole, alle tradizioni familiari, alle preoccupazioni della mamma.
Italo Cucci giornalista di cronaca giudiziaria
Con grande sorpresa dei presenti, Cucci rivela che non aveva affatto pensato di diventare giornalista sportivo, infatti i suoi inizi sono nella cronaca nera, nella giudiziaria. E ama tutto di quel mondo, non solo la ricerca delle notizie, ma anche i rapporti che si intessono con i colleghi, con gli informatori ‘dentro’, con chi la notizia la vive. È stata questa la sua gavetta che inizia nel 1957, appassionata, motivata, lanciata anche da diversi scoop, tanto da raggiungere in tempo record, a soli 22 anni, le famose ’90 colonne’ che servivano da praticantato a diventare ‘professionista’.
Una lettera a Spadolini
Racconta che il suo sogno lo aveva portato a scrivere una lettera proponendosi all’allora Direttore de Il Resto del Carlino, Giovanni Spadolini, mentre era ancora alle superiori. La risposta arrivò proprio il giorno degli esami orali di maturità e lui prese un treno per Bologna, senza dire niente alla madre, per inseguire quel suo sogno.
“Erano i tempi in cui il giornalismo era ancora considerato il Quarto Potere,” inizia Cucci, sottolineando come ormai il giornalismo non sia più considerato tale, dati i nuovi compensi minimi, quando si riesce ad essere pagati.
Però, il suo passaggio da ‘abusivo’, quelli che oggi chiamiamo ‘praticanti’, a professionista, gli impose forzatamente di diventare giornalista sportivo nel 1963. Un incarico inaspettato, ma che nel tempo è diventato la firma di Italo Cucci, così come il nome Italo Cucci ha segnato la Storia del Giornalismo Italiano.
L’esame con Everardo Dalla Noce
Inizia un percorso pieno di grandi eventi sportivi, viaggi, incontri importanti con i grandi personaggi del 1900 che oggi ritroviamo in molti dei suoi libri, prima con la testata Stadio, poi con le altre grandi testate sportive nazionali, fino al Guerin Sportivo che con Italo Cucci cambia completamente passo e diventa una delle prime testate sportive italiane.
Eppure, quella fuga per passione dagli esami di maturità per cogliere l’occasione di una vita, dopo tanti anni di mestiere, costò a Cucci l’obbligo di fare un altro esame, onde validare la sua professionalità, perché nel frattempo erano cambiate le leggi e per essere giornalista bisognava essere diplomati. Ad esaminarlo ci pensò il compianto Everardo Dalla Noce, e vi consigliamo di ascoltare l’episodio che Cucci racconta con ironia sull’esame nel video dell’UNIPANT che vi proponiamo qui di seguito.
Pasolini, Zavoli, Biagi e i grandi nomi della vita di Italo Cucci e dell’Italia
Il racconto lucido di Italo Cucci e le riflessioni che lo accompagnano non lasciano indifferenti. Nomi, episodi, luoghi, pezzi di Storia che affascinano l’ascoltatore così come hanno affascinato quanti hanno avuto il privilegio di ascoltarlo dal vivo. Sono arrivate in questo flusso di ricordi, chicche inaspettate.
Ad esempio, le collaborazioni dei grandi scrittori italiani negli anni ’70, con i giornali sportivi per poter guadagnare qualcosa, “Ma solo Pasolini era veramente bravo, perché era lui stesso un discreto giocatore e sapeva cosa scriveva”.
I grandi amici, come Sergio Zavoli che lo consigliava su come muoversi in RAI, e Enzo Biagi con cui lavorò tanti anni e che considera suo maestro, sono parte di un affresco vivace, pieno di ironia e spunti di riflessione estremamente attuali, di un professionista ben conscio della propria storia e di come il mondo del giornalismo è cambiato negli anni e si sta prospettando per il futuro.
L’etica della professione giornalistica raccontata da Italo Cucci
Italo Cucci racconta l’etica del giornalismo, insegna le basi della deontologia del mestiere applicate alla quotidianità, così come ha insegnato per anni nelle più importanti università italiane. Lui che, ironia della sorte, era stato costretto a fare un esame per provare la sua professionalità dopo anni di mestiere, perché aveva preferito rispondere alla chiamata di Spadolini, invece di terminare l’esame di maturità.
Cucci sottolinea anche l’importanza per un giornalista di non mischiare la propria appartenenza politica al mestiere. Dà una grande lezione, spiegando, da uomo di destra autodefinitosi tale, che il giornalista è testimone e deve scrivere quello che vede, senza preoccuparsi di accontentare questo o quel governo. Esemplare il racconto dell’episodio delle madri della Plaza de Mayo in Argentina.
“Mai sottostimare un anziano giornalista”
Sarebbe possibile scrivere un libro da quanto raccontato da Cucci in questa ora e mezza, ma preferiamo lasciarvi ascoltare direttamente le sue parole, anche per darvi l’opportunità di conoscere meglio una persona che su quest’isola è spesso considerata solo il ‘Commissario del Parco’, dimenticando quale patrimonio Italo Cucci rappresenti nel mondo del giornalismo e quale testimone di più di 60 anni di Storia italiana.
“Mai sottostimare un anziano che è stato giornalista”, con questa scritta su una T‑shirt Cucci si è presentato al Laboratorio. Mai frase è stata più azzeccata.
IL VIDEO DELL’INTERVENTO DI ITALO CUCCI:
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.